Domanda:
Facciamo un nuovo gioco!Quello del secchione?
2008-07-04 09:19:09 UTC
Carissime nuore e generi (compresi quelli alimentari),
oggi dovrete dimostrare la vostra arte di trasformismo.
Improvvisamente siete diventati secchioni e dovtete spiegare all'answeretto che vi precede delle nozioni a scelta fra:
Chimica, letteratura, matematica, teologia.
Usate pure i motori di ricerca e vinca il/la più secchione/a.
Baci dalla vs suocera preferita.
27 risposte:
2008-07-04 09:28:12 UTC
ciao chiara studiati questo



1. Il pene

Il pene è composto da una testa chiamata glande, e dall'asta o corpo. Alla sommità del glande è posta l'apertura esterna dell'uretra attraverso la quale fuoriescono l'urina e lo sperma. Il glande è ricoperto da uno strato di pelle ripiegata che viene chiamato prepuzio. Esso è come un cappuccio e può essere ritratto fino a scoprire la sommità del pene, salvo che nei neonati. Poco dopo la nascita, alcuni bambini vengono sottoposti ad un intervento per asportare questa pelle: tale intervento viene detto circoncisione. Il glande è liscio e contiene molte terminazioni nervose che lo rendono assai sensibile. Tutt'intorno alla parte inferiore del glande, o testa del pene, si trova un margine chiamato corona. Nella parte del pene dove capo e corpo si incontrano, si trova un'area molto sensibile chiamata frenulo. Il corpo o asta del pene è fatto di un tessuto morbido assai simile ad una spugna. Questo tessuto spugnoso è irrorato da molti vasi sanguigni che durante l'eccitazione sessuale si riempiono di sangue e si gonfiano. L'anello di tessuto muscolare che si trova all'interno della base dell'asta si contrae provocando un afflusso forzato di sangue all'interno di questi vasi sanguigni causando così l'indurimento e l'ingrossamento del pene. Questa transizione da un pene molle (flaccido) ad un pene più rigido viene chiamata erezione. Nel pene non ci sono né ossa né cartilagini che producono l'erezione. Dopo l'eiaculazione o in caso di cessazione degli stimoli, il pene ritorna nello stato flaccido.
2008-07-04 09:23:43 UTC
Caro Corrado oggi studieremo le reazioni chimiche:

Una reazione chimica è un processo chimico tramite il quale atomi o molecole che costituiscono i reagenti iniziali si combinano fra loro originando i prodotti finali. La composizione e proprietà chimiche e fisiche dei prodotti sono differenti rispetto ai reagenti: di fatto una reazione chimica porta alla formazione di nuovi composti.



I reagenti prendono parte alla reazione secondo rapporti in massa ben stabiliti in base al loro coefficiente stechiometrico; la stessa stechiometria di reazione permette anche di calcolare il quantitativo teorico di prodotti ottenibili.



Una reazione che avviene svolgendo calore viene detta esotermica, mentre una reazione che avviene assorbendo calore dall'ambiente esterno viene detta endotermica.



Mentre la termochimica permette di stabilire se una data reazione può avvenire spontaneamente in determinate condizioni, la cinetica chimica si occupa invece di analizzare il meccanismo di reazione e di determinare se una data reazione chimica possa procedere con una velocità di reazione accettabile. Molte reazioni spontanee in realtà non avrebbero luogo senza la presenza di un catalizzatore proprio perché presenterebbero altrimenti una velocità minima.



Tra le più comuni reazioni chimiche si annoverano:



Ossido-riduzioni

Es. K2Cr2O7 + 6FeSO4 + 7H2SO4 → Cr2(SO4)3 + K2SO4 + 3Fe2(SO4)3 + 7H2O

Reazioni acido-base

Es. NaOH + HCl → NaCl + H2O

Decomposizione

Es. CaCO3 → CaO + CO2

Doppio scambio

Es. KCl + NH4NO3 → KNO3 + NH4Cl

Precipitazione

Es. AgNO3 + NaCl → NaNO3 + AgCl↓

Complessazione

Es. CuCl2 + NH3 → [Cu(NH3)4]Cl2

Reazioni organiche

Es. l'acetilazione dell'acido salicilico con anidride acetica a formare acido acetilsalicilico e acido acetico:

C7H6O3 + C4H6O3 → C9H8O4 + C2H4O2



Leggilo trecento volte e poi mi devi fare una relazione di 3000 parole,anke se il testo ke ti ho dettato e molto meno di 3000, lo voglio sul mio comodino per domani. Lo puoi skrivere anke sulla carta igienika visto ke nn hai il quaderno!!!









https://answersrip.com/question/index?qid=20080704084459AAlvUJ2
2008-07-04 09:29:05 UTC
intanto please...



https://answersrip.com/question/index?qid=20080704092611AAAAHjR&pa=FYd1D2bwHTHzJb9nHOI8RrR1I279H9kRut3b8MXBpptaCw--&paid=asked&msgr_status=





poi



cominciamo la nostra leziuooone...

allora...

















zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz





è + forte di me, scusatemi...

prendiamo il libro pag 812

e...e....ETCIU''!!!!!!!!!



niente.. so allergico
Chiara C
2008-07-04 09:25:00 UTC
prenoto!

Ti spiego il significato della mia materia preferita:



L'ornitologia (dal greco ορνις, ornis, "uccello"; and λόγος, logos, "conoscenza") è una branca della zoologia che si occupa di studiare la classe degli uccelli (Aves).



...io in particolare sono specializzata su quelli senza piume...

^__^ ^__^
2008-07-04 09:23:29 UTC
Psoré ho dimenticat il guaderno...
2008-07-04 09:24:50 UTC
L'occhio è l'organo esterno della vista. Fa parte dell'apparato visivo, è assai complesso e di straordinaria importanza: è il principale mezzo di conoscenza del mondo esterno (già Aristotele affermava che la vista è il senso più importante di tutti).





Gli occhi umani sono pari e simmetrici, posizionati nelle due cavità orbitarie del cranio (testa). L'occhio è costituito da:



bulbo oculare o occhio propriamente detto;

una serie di organi accessori;

gli annessi

l'apparato muscolare estrinseco, che ha il compito principale di coordinare il movimento dei due bulbi oculari, che deve essere sincrono nei due occhi.

Collegato all'occhio si riconosce un apparato lacrimale, che svolge attività meccaniche e attività protettive.





Occhio esterno [modifica]

Rovesciando le palpebre, si vede uno spazio delimitato dalla congiuntiva; al punto di riflessione di questa membrana si trova il fornice congiuntivale. A livello della commessura mediale si rilevano i condotti lacrimali.



Tramite palpazione si possono ottenere alcuni elementi peculiari dell'occhio, come il grado di consistenza del bulbo, la motilità, il grado di tensione ecc.





Bulbo oculare [modifica]

Il bulbo oculare (o globo oculare) ha una forma sferoidale, nella quale si riconosce un polo anteriore ed uno posteriore. A livello del polo posteriore si diparte il nervo ottico da un'area molto limitata da una fitta corona di altre emergenze nervose, che costituiscono i fasci più esterni di questo nervo.



Sezionando il bulbo lungo l'asse antero posteriore, si vede come esso è suddiviso in due camere, una anteriore e una posteriore, seguite dal corpo vitreo e nel fondo da una serie di membrane, presenti anche ai lati. La camera anteriore è delimitata verso l'esterno dalla cornea, caratteristicamente trasparente, mentre posteriormente è limitata dal cristallino (lente biconvessa) e dalle estroflessioni della corona ciliare. La camera posteriore è di dimensioni più piccole, ed è compresa tra l'iride e le formazioni che vincolano il cristallino alla corona ciliare. Posteriormente si trova il corpo vitreo (o umor vitreo) del bulbo, che costituisce il più vasto mezzo diottrico del bulbo, senza alcuna importanza in relazione alla convergenza.



Le membrane che avvolgono il bulbo sono:



la retina o superficie altamente differenziata, che contiene le cellule primarie della sensibilità alla luce, i coni e i bastoncelli;

la coroide o uvea, superficie devoluta essenzialmente all'irrigazione vasale del bulbo;

la sclera o sclerotica, che compare anche all'esame esterno dell'occhio, di colore biancastro costante su tutta la superficie dell'occhio; è di natura fibrosa.

PERSISTENZA DELL'IMMAGINE SULLA RETINA:Le cellule dei coni e dei bastoncelli contengono speciali pigmenti che si decompongono appena vengono raggiunti dai raggi di luce,poi si riformano immediatamente per essere pronti per una nuova reazione, è un'operazione rapidissima, che dura una frazione di secondo, ma durante quel breve periodo quella singola cellula non è più in grado di trasmettere alcun segnale. Noi, però, abbiamo l'impressione di vedere senza interruzioni.Questo è possibile perché l'immagine sulla retina non si cancella subito, ma rimane impressa 1/10 di secondo. Ciò ci consente di <> varie immagini e percepirle in modo continuo.Questo è il meccanismo che ci permette di vedere un film al cinema senza accorgerci che stiamo vedendo una serie di fotografie in rapida successione







^_^
† jαdє-dєα dєllα mσrtє †
2008-07-04 09:24:22 UTC
wow bello...allora prenoto =)



oggi vale si studia chimica e precisamente che cos è una reazione chimica!



Una reazione chimica è un processo chimico tramite il quale atomi o molecole che costituiscono i reagenti iniziali si combinano fra loro originando i prodotti finali. La composizione e proprietà chimiche e fisiche dei prodotti sono differenti rispetto ai reagenti: di fatto una reazione chimica porta alla formazione di nuovi composti.



I reagenti prendono parte alla reazione secondo rapporti in massa ben stabiliti in base al loro coefficiente stechiometrico; la stessa stechiometria di reazione permette anche di calcolare il quantitativo teorico di prodotti ottenibili.



Una reazione che avviene svolgendo calore viene detta esotermica, mentre una reazione che avviene assorbendo calore dall'ambiente esterno viene detta endotermica.



Mentre la termochimica permette di stabilire se una data reazione può avvenire spontaneamente in determinate condizioni, la cinetica chimica si occupa invece di analizzare il meccanismo di reazione e di determinare se una data reazione chimica possa procedere con una velocità di reazione accettabile. Molte reazioni spontanee in realtà non avrebbero luogo senza la presenza di un catalizzatore proprio perché presenterebbero altrimenti una velocità minima.



Tra le più comuni reazioni chimiche si annoverano:



Ossido-riduzioni

Es. K2Cr2O7 + 6FeSO4 + 7H2SO4 → Cr2(SO4)3 + K2SO4 + 3Fe2(SO4)3 + 7H2O

Reazioni acido-base

Es. NaOH + HCl → NaCl + H2O

Decomposizione

Es. CaCO3 → CaO + CO2

Doppio scambio

Es. KCl + NH4NO3 → KNO3 + NH4Cl

Precipitazione

Es. AgNO3 + NaCl → NaNO3 + AgCl↓

Complessazione

Es. CuCl2 + NH3 → [Cu(NH3)4]Cl2

Reazioni organiche

Es. l'acetilazione dell'acido salicilico con anidride acetica a formare acido acetilsalicilico e acido acetico:

C7H6O3 + C4H6O3 → C9H8O4 + C2H4O2



studia bene che poi ti interrogo =) :P



bacio
♥ ναℓє ♥
2008-07-04 09:24:01 UTC
Allora allora Luca oggi spieghiamo...un pò di chimica

Gli aminoacidi e le proteine



Gli amminoacidi sono, tra le altre cose, gli elementi costitutivi (monomeri) delle proteine.



Per eliminazione di una molecola di acqua (disidratazione o condensazione), il gruppo amminico di un amminoacido può legarsi al gruppo carbossilico di un altro



H2N-CH-COOH + H2N-CH-COOH --> H2N-CH-CO-NH-CH-COOH + H2O

| | | |

R R' R R'

il legame che unisce due amminoacidi, evidenziato in rosso, prende il nome di legame peptidico. Si noti come l'unione di due o più amminoacidi lasci alle due estremità della catena altri due gruppi liberi, che possono ulteriormente reagire legandosi ad altri amminoacidi (reazioni di questo genere rientrano nella classe più generale delle polimerizzazioni per condensazione). Una catena di più amminoacidi legati attraverso legami peptidici prende il nome generico di polipeptide; uno o più polipeptidi, a volte accompagnati da altre molecole ausiliarie, costituiscono una proteina.



Gli amminoacidi che compaiono nelle proteine di tutti gli organismi viventi sono 20 (anche se evidenze recenti suggeriscono che questo numero potrebbe aumentare fino a 23, vedi più sotto) e sono sotto il controllo genetico, nel senso che l'informazione del tipo e della posizione di un amminoacido in una proteina è codificata nel DNA. Talvolta, nelle proteine compaiono anche altri amminoacidi, più rari, detti occasionali che vengono prodotti per modifiche chimiche successive alla biosintesi della proteina, che avviene sul ribosoma.



In natura sono stati finora scoperti oltre 500 amminoacidi diversi che non fanno parte di proteine e svolgono ruoli biologici diversi. Alcuni sono stati addirittura trovati nelle meteoriti. Piante e batteri sono in grado di biosintetizzare amminoacidi particolari, che possono essere trovati, per esempio, negli antibiotici peptidici, ad esempio la nisina e l'alameticina. La lantionina è un solfuro dimero dell'alanina che si trova insieme ad amminoacidi insaturi nei lantibiotici, ovvero antibiotici peptidici di origine batterica. L'acido 1-amminociclopropan-1-carbossilico (ACC) è un semplice amminoacido ciclico disostituito che funge da intermedio nella sintesi dell'etilene, che per gli organismi vegetali è un ormone.



Oltre a quelli coinvolti nella biosintesi delle proteine, vi sono amminoacidi che svolgono importanti funzioni biologiche quali la glicina, l'acido gamma-amminobutirrico (GABA, un γ amminoacido) e l'acido glutammico (tre neurotrasmettitori), la carnitina (coinvolta nel trasporto dei lipidi all'interno della cellula), l'ornitina, la citrullina, l'omocisteina, l'idrossiprolina, l'idrossilisina e la sarcosina.



Alcuni dei 20 amminoacidi ordinari sono detti essenziali, in quanto non possono essere biosintetizzati direttamente da un organismo, devono pertanto essere assunti col cibo. Essenziali per l'uomo sono la lisina, la leucina, l'isoleucina, la metionina, la fenilalanina, la treonina, il triptofano, la valina, e, nei bambini, l'istidina e l'arginina.



Una nota particolare meritano due amminoacidi, detti occasionali,: la selenocisteina, corrispondente ad un codone UGA che normalmente è un codone di interruzione, e la pirrolisina, presente negli enzimi di alcuni batteri metanogeni coinvolti nel processo di generazione del metano, corrispondente ad un codone UAG. La scoperta del primo, nel 1986, venne interpretata dalla comunità scientifica come un fenomeno marginale e ristretto. Tuttavia, dopo la scoperta del secondo amminoacido extra, nel 2004, la comunità scientifica internazionale sta rivedendo le sue posizioni, e si è aperta la caccia ad altri aminoacidi extra.





Amminoacidi di interesse commerciale o farmacologico [modifica]

Il glutammato sodico è usato nell'industria alimentare come esaltatore di sapidità

La L-diidrossifenilalanina (L-DOPA) è un farmaco usato per il trattamento del morbo di Parkinson.

Il 5-idrossitriptofano (5-HTP) è stato usato per il trattamento dei sintomi neurologici associati alla fenichetonuria.

L'acido gamma-aminobutirrico o GABA ha diverse funzioni fisiologiche (neurotrasmissione, ipotensivo, effetti diuretici, effetto tranquillizzante, prevenzione del diabete). Utilizzato come farmaco ed integratore, è anche contenuto naturalmente in alcuni alimenti fermentati.



Struttura generica degli amminoacidi [modifica]

Struttura generica di un amminoacido. R rappresenta un gruppo laterale specifico di ogni amminoacido.Ogni amminoacido presenta uno specifico gruppo laterale (detto anche gruppo R). In funzione delle proprietà chimiche di tale gruppo, un amminoacido viene classificato come acido, basico, idrofilo (o polare) e idrofobo (o apolare).



L'ingombro dei vari gruppi R che sporgono dalla catena polipetidica, l'affinità reciproca tra gruppi polari e tra gruppi apolari, l'attrazione tra gruppi basici e gruppi acidi sono alcune delle forze che concorrono a modellare la conformazione della proteina nello spazio (la struttura terziaria), conformazione dalla quale dipende in modo essenziale l'attività biologica della proteina stessa.



A causa della basicità del gruppo amminico e dell'acidità di quello carbossilico, gli amminoacidi isolati si presentano in forma di zwitterioni, cioè ioni che recano contemporaneamente le due cariche opposte



COO-

|

H-C-R

|

NH3+

l'attrazione tra le cariche opposte tra più zwitterioni spiega inoltre perché gli amminoacidi isolati sono polveri cristalline, a differenza delle ammine e degli acidi carbossilici aventi peso molecolare simile.





Isomeria [modifica]

Con l'eccezione della glicina, per la quale R è un atomo di idrogeno, gli amminoacidi sono molecole chirali, di ciascuna delle quali esistono due enantiomeri.



Come convenzionalmente avviene per le molecole di interesse biochimico, gli enantiomeri degli amminoacidi sono contrassegnati dalle lettere D o L a seconda che i sostituenti legati all'atomo di carbonio asimmetrico abbiano disposizione simile a quella della L-gliceraldeide o a quella della D-gliceraldeide.



La stragrande maggioranza delle proteine sintetizzate da organismi viventi è formata da amminoacidi L. Qualche amminoacido D è stato trovato in proteine prodotte da organismi che vivono negli abissi marini ed nelle pareti cellulari di alcuni batteri. Aminoacidi D sono presenti anche nel veleno di alcuni animali come molluschi (coni), oppure nelle secrezioni mucose di alcune specie anfibie (rane). --





Gli amminoacidi ordinari [modifica]



Strutture [modifica]

Queste sono le strutture dei 20 L-amminoacidi ordinari, cui vanno aggiunti i due codificati da codoni di stop, in particolari condizioni e solo in alcune specie: la pirrolisina e la selenocisteina.



L'atomo di idrogeno legato all'atomo di carbonio asimmetrico è sotto il piano di lettura, il gruppo amminico sporge dal piano di lettura verso l'osservatore (con l'eccezione della prolina, in cui a sporgere verso l'osservatore è il gruppo carbossilico).





(+) Alanina (Ala, A)

(+) Arginina (Arg, R)



(—) Asparagina (Asn, N)

(+) Acido aspartico (Asp, D)



(—) Cisteina (Cys, C)

Glicina (Gly, G)



(+) Acido glutammico (Glu, E)

(+) Glutammina (Gln, Q)



(—) Istidina (His, H)

(+) Isoleucina (Ile, I)



(—) Leucina (Leu, L)

(+) Lisina (Lys, K)



(—) Metionina (Met, M)

(—) Fenilalanina (Phe, F)



(—) Prolina (Pro, P)

(—) Serina (Ser, S)



(—) Treonina (Thr, T)

(—) Triptofano (Trp, W)



(—) Tirosina (Tyr, Y)

(+) Valina (Val, V)





Proprietà chimiche [modifica]

Quella che segue è una tabella che riassume nell'ordine



il simbolo convenzionale ad una lettera

il simbolo convenzionale a tre lettere

il nome

il tipo di gruppo laterale R

il peso molecolare (PM)

il punto isoelettrico (pI)

la costante di dissociazione acida del gruppo carbossilico (pK1)

la costante di dissociazione acida del sale del gruppo amminico (pK2)

la costante di dissociazione acida del gruppo R (pKr), dove applicabile

eventuali note

per ognuno degli amminoacidi ordinari. Il simbolo convenzionale ad una lettera per un amminoacido generico è X; il simbolo a tre lettere asx indica indifferentemente sia l'asparagina che l'acido aspartico.



simbolo nome tipo di R PM pI pK1 pK2 pKr note

A Ala Alanina idrofobo 89,09 6,11 2,35 9,87

C Cys Cisteina idrofobo 121,16 5,05 1,92 10,70 8,37 In ambiente ossidante, due molecole di cisteina si uniscono tramite un ponte disolfuro -S-S-; questo fenomeno nelle proteine permette di unire tra loro punti distanti di una catena polipeptidica o catene polipeptidiche diverse.

D Asp Acido aspartico acido 133,10 2,85 1,99 9,90 3,90

E Glu Acido glutammico acido 147,13 3,15 2,10 9,47 4,07

F Phe Fenilalanina idrofobo aromatico 165,19 5,49 2,20 9,31

G Gly Glicina idrofobo 75,07 6,06 2,35 9,78 Avendo due atomi di idrogeno legati al carbonio α, la glicina non è chirale.

H His Istidina basico 155,16 7,60 1,80 9,33 6,04

I Ile Isoleucina idrofobo 131,17 6,05 2,32 9,76 Sia il carbonio α che quello β sono stereogenici

K Lys Lisina basico 146,19 9,60 2,16 9,06 10,54

L Leu Leucina idrofobo 131,17 6,01 2,33 9,74

M Met Metionina idrofobo 149,21 5,74 2,13 9,28 È sempre il primo amminoacido con cui inizia una sintesi proteica; a volte viene rimosso dopo che la proteina è stata assemblata.

N Asn Asparagina idrofilo 132,12 5,41 2,14 8,72

P Pro Prolina idrofobo 115,13 6,30 1,95 10,64 Non potendo il legame Cα-N ruotare, questo amminoacido interferisce con il ripiegarsi delle strutture di tipo elica α o foglietto β.

Q Gln Glutammina idrofilo 146,15 5,65 2,17 9,13

R Arg Arginina basico 174,20 10,76 1,82 8,99 12,48

S S
2008-07-04 09:23:48 UTC
storia no???MI SERVE un reiasuntino breve sulla questione meridionale
☀Setsuиa ☀☀マリサ
2008-07-04 09:23:06 UTC
prenoto!







Suocera Portajella :



Lezione di letteratura

Giovanni Pascoli e la sua poesia L'Infinito:



L'Infinito è una poesia di Giacomo Leopardi scritta durante il suo giovanile soggiorno a Recanati, nelle Marche. Quest'opera fu scritta tra il 1818 ed il 1821, molto probabilmente nel periodo tra la primavera e l'autunno del 1819.



Quest'opera appartiene alla serie di scritti pubblicati nel 1826 con il titolo di Idilli. Oltre all'Infinito, in questa serie sono presenti anche opere come Alla luna e La sera del dì di festa. Nonostante l'utilizzo di un termine greco che solitamente era utilizzato per descrivere scene di vita campestre, l'autore non ha come obiettivo la descrizione della natura: pur partendo dalla natura, il poeta ha come obiettivo l'espressione dei suoi stati d'animo più profondi.





Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminato

Spazio di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quiete

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa

Infinità s'annega il pensier mio:

E 'l naufragar m'è dolce in questo mare



http://www.liberliber.it/biblioteca/l/leopardi/l_infinito/html/manoscritto.htm





piaciuto??
2008-07-04 09:42:32 UTC
Anto, ma lo sapevi che, secondo il teorema di Casorati-Weierstrass, se una funzione complessa olomorfa f ha una singolarità essenziale in z0, e se V è un qualunque intorno di z0 contenuto nel campo di olomorfia U di f, allora f(V − {z0}) è denso in C?



Non lo sapevi?



Nemmeno io, fino a qualche minuto fa, momento in cui ho sbirciato su Wikipedia la pagina dei toeremi.

Come ho potuto vivere sinora, immersa in tale beata ignoranza?



______________

Professoressa Emanuela, la sua lezione è tra le più interessanti alla quali io abbia mai assistito.

Cortesemente, però.. potrebbe mica ripetere?

Sa, sto prendendo appunti.. ma ho scritto solo fino ad "oggi parleremo di"....

;-P
Lady Wilde §In Pit We Trust§
2008-07-04 09:39:38 UTC
darling.... io potrei raccontarti la mia INTERA vita oh oh oh....
Pazza Isterica ND (SMR)
2008-07-04 09:31:17 UTC
prenoto...=)



allora, per prima cosa



0.0

O.O

0.0

O.O



capisci cosa intendo?



poi volevo spiegare, come io, essendo secchiona ;) sono riuscita a scoprire come in questo strano mondo esistano delle forze aliene, rinominate come BIMBEMINKIA.



per codesto motivo volevo illustrare L'ESISTENZA DEL LORO UNIVERSO ALTERNATIVO:



Il bimbominkia, maschio o femmina, tipicamente di età compresa fra i 9 e i 18 anni (ma ci sono delle eccezioni) si riconosce principalmente per il suo modo di scrivere in chat e per i luoghi virtuali dove lo si può trovare: ha uno sprezzo totale dello stile classico e compatto di molti programmi e servizi del tempo che fu (vedi IRC), ai quali preferisce cose luminose, rumorose, colorate e lampeggianti con le quali può allegramente rompere i maroni a tutta la sua lista di contatti (vedi MSN).

È utile e piacevole!Inizia ora la tua crociata contro i bimbiminkia!Quando scrive su MSN, poichè utilizza emoticons per ogni lettera, alla fine le sue scritte diventano dei rebus. Di solito parla usando solo emoticons del cacchio e pensa di vivere in un SMS con tutte le sue abbreviazioni. Solitamente adora dire in giro che ascolta i Finley o i Tokio Hotel, TH per i veri fan, li sogna perennemente single ed eterosessuali sperando (inutilmente) che anche lui (o lei) possa essere nei loro pensieri, ed è disposto a tutto per difendere i suoi beniamini.



Osserviamo dettagliatamente per punti tutte le odiosissime caratteristiche del bimbominkia.









L'atteggiamento



Il bimbominkia moderno, da notare la posa "stilosa" priva di qualsivoglia significato, l'acconciatura pseudo-emo e l'espressione ebete.Il bimbominkia, che è già intrinsecamente odioso a causa delle sue caratteristiche innate, è reso ancora più odioso dalla sua ignoranza ed inutilità. Passa gran parte del suo tempo a tirarsela, sparare stronzate a raffica per vantarsi, inventarsi trombate con bellissime donne, scoppiarsi di film porno, elogiare i propri animali esotici ed aggressivi, o espellere stronzate mielose. Si comporta da tipica e fastidiosissima palla al piede (da cui il sinonimo tarzanello) e cerca sempre di dimostrare la propria superiorità nei tuoi confronti. Se lo ignori inizia a mandarti trilli a raffica, sfruttando un simpatico baco di MSN; non concepisce l'assenza di una persona dall'altra parte del computer, dunque deve verificare almeno quarantacinque volte al minuto la tua presenza, mandando messaggi inutili e fastidiosi. Se lo blocchi, troverà il modo per tornare a comunicare con te: non appena ci riuscirà, il primo messaggio sarà una sgommata di spam. Oppure ti inviterà in una conversazione con 180 persone, di cui 125 maschi-arrapati-da-MSN, 20 pronti a liberarsi del bimbominkia, 30 a cui si brucia il computer e 5 amici del bimbominkia, che infatti ha solitamente atteggiamenti truzzi.



Nella vita reale, vive in piccoli branchi legati a diversi giochi online come Counter Strike, fuma (generalmente Camel Super Light o Diana o comunque aria), beve (ma solo Bacardi Breezer allungati, posto che due dita di Lambrusco, così come qualsiasi bevanda dal tasso alcoolico superiore al 5%, scodellano al bimbominkia medio apocalittiche visioni psichedeliche), si droga con l'aspirina C spacciatagli per ECSTASY dal suo compagno di scuola per la modica cifra di 25€, si convince di aver avuto rapporti anali con la **** della scuola e spacca i ******** al mondo con le sue teorie e convinzioni create davanti alla PS3 al solo scopo di far vedere che lui è un figo. Ha millemila numeri di telefono memorizzati nel cellulare ma nessuno ha il suo. Saltuariamente, nella convinzione di ottenere così carriolate di rispetto, narra incessantemente imprese altrui spacciandole per proprie (inverosimili record salvati nei videogiochi e paccotiglia di pari grado di interesse).



Il bimbominkia, compra solo giochi per la Play e piglia per il **** tutti quelli che non hanno la Play, ma che invece sono costretti a passare il tempo davanti ad un obsoleto Nintendo DS o Wii, Uindous Vista, le scarpe naik, la felpa De Puta Madre, la magliettina Pleiboi, la cintura DienGì o della Barbery, le mutande Baci & Abbacchi ed altre amenità. Da sottolineare il fatto che con la sua sola esistenza, il bimbominkia è sufficiente a sostenere ogni tormentone nascente.



Ai bimbiminkia piace minacciare la gente, preferibilmente se vive a migliaia di chilometri da loro e se non si sono mai nemmeno visti dal vivo: se poi un interlocutore è straniero, vera manna dal cielo per il bimominkia, gli verranno inviati insulti e bestemmie, ovvero le uniche parole inglesi sensate conosciute dai bimbiminkia, correlati da simpatiche quanto altamente credibili minacce in slang di W.O.W., tanto, chi li conosce?



Inoltre credono che indossare degli occhiali giganteschi e più pesanti sicuramente della loro materia grigia sia una cosa che li renda fighi.





Questa è l'ultima volta che vedrà un seno così da vicino. Si noti anche l'assenza del fenomeno erettile.Sono ben noti inoltre per la diffusione delle catene di Sant'Antonio su internet, in pratica dovunque ci sia spazio per scrivere un messaggio. Sono gli unici così stupidi da credere che inviare messaggi a chiunque possa influenzare il loro destino. Speriamo che un giorno una delle loro catene arrivi a Chuck Norris, che così potrà fare ancora un altro favore all'umanità.



Di solito chi nega di essere un bimbominkia lo è, e chi non lo nega è semplicemente un ********: soprattutto chiunque non sia un bimbominkia non sarà qui a pensare a come uscirne, ma se ne sbatterà il *****.



A volte mordono, e ti possono trasmettere la scabbia se non mantieni la distanza di sicurezza da loro.



Spesso quando non sanno cosa dire perché si sentono con le spalle al muro su qualsiasi argomento finiscono per offendere l'altro interlocutore riguardo l'aspetto fisico quando sanno benissimo anche loro di avere la faccia da ****/schiaffi, oppure biascicare monosillabi e vocali discutibilmente esistenti nei dizzionari/vocabbolari itagliani.



Un altro dei comportamenti tipici dei bimbiminkia, è quello di ripetere tutto quello che sentono così come un pokémon ripete il suo nome, o raccontare cose che gli sono state raccontate da amici che le hanno sentite dire da voci di corridoio. Questo tipo di atteggiamento viene anche definito "mangia terra" ("divora-mondo" per esemplari più esperti).



Usano anche insultare le persone a random ma di solito, essendo dei bambini di 11-12 anni, quando trovano una persona non disposta ad ignorarli, vengono massacrati.



Nel loro svariato modo di comunicare, spesso adoperano abbreviazioni a carattere dispregiativo, oppure semplicemente si fingono indaffarati (magari giocano a W.O.W.) e si accompagnano a frasi del tipo: vaffangul, vaffangulammocc, seh, soka o, semplicemente, tra una sessione e l'altra lasciano aperto MSN ed impostano il loro stato su "occupato", essendo pienamente consapevoli di non stare facendo nulla.



I bimbiminkia adorano i Tokio Hotel, sì, ma solo le loro canzoni in inglese: 2.



Inoltre, il bimbominkia cerca disperatamente di conquistarsi la più fica della classe, rompendole i ******** in più modi per attirare la sua attenzione, ad esempio nascondendole l'astuccio nell'armadio oppure prendendo in giro alcuni difetti di lei o vantando di essere migliore del suo ragazzo davanti agli amici che ovviamente non lo sostengono. D'altra parte la fichetta non lo caga minimamente essendo più matura, anzi, cerca di stare alla larga dal bimbo facendogli sorrisi sforzati in modo da renderlo felice e illuderlo di essere fichissimo. In alternativa, la ragazza in questione gli rompe la faccia, ottenendo come probabile risultato la fine delle avances del bimbominkia.
†.:.мαяιє.:.† SMR SMR
2008-07-04 09:31:03 UTC
oggi pareremo di leopardi...iniziamo col dire che:





Il conte Giacomo Leopardi [1] (Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837) è stato un poeta, filosofo, scrittore e filologo italiano.



È ritenuto il maggior poeta del Romanticismo italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale. La straordinaria qualità lirica della sua poesia e la profonda riflessione sulla condizione umana fanno di lui un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale.







Biografia



L'infanzia

Giacomo Leopardi nacque nel 1798 a Recanati, in provincia di Macerata, nelle Marche (allora appartenenti allo Stato pontificio), da una delle più nobili famiglie del paese, primo di otto figli. Il padre, il conte Monaldo, figlio del conte Giacomo e della marchesa Virginia Mosca di Pesaro, era un uomo di animo buono e amante degli studi, ma conservatore e d'idee reazionarie; la madre, la marchesa Adelaide Antici, era una donna energica, legata alle convenzioni sociali e ad un concetto profondo di dignità della famiglia, motivo di sofferenza per il giovane Giacomo, che non ricevette tutto l'affetto di cui aveva bisogno. In conseguenza di alcune speculazioni azzardate fatte dal marito, la marchesa prese in mano un patrimonio familiare dissestato, riuscendo a rimetterlo in sesto grazie ad una rigida economia domestica. I sacrifici economici e i pregiudizi nobiliari dei genitori resero infelice il giovane Giacomo che, costretto a vivere in un piccolo borgo di provincia e in uno stato tra i più retrogradi d'Italia, rimase escluso dalle correnti di pensiero che circolavano nel resto del paese e in Europa.

Fino al termine dell'infanzia Giacomo crebbe comunque allegro, giocando volentieri con i suoi fratelli, soprattutto con Carlo e Paolina che erano più vicini a lui d'età e che amava intrattenere con racconti ricchi di fervida fantasia.





La formazione giovanile

Ricevette la prima educazione come da tradizione familiare, da due precettori ecclesiastici, il gesuita don Giuseppe Torres fino al 1808 e l'abate don Sebastiano Sanchini fino al 1812, che influirono sulla sua prima formazione con metodi improntati alla scuola gesuitica. Tali metodi erano incentrati non solo sullo studio del latino, della teologia e della filosofia, ma anche su una formazione scientifica di buon livello contenutistico e metodologico.

I momenti significativi delle sue attività di studio, che si svolgono all'interno del nucleo familiare, sono da rintracciare nei saggi finali, nei componimenti letterari da donare al padre in occasione delle feste natalizie, la stesura di quaderni molto ordinati e accurati e qualche composizione di carattere religioso da recitare in occasione della riunione della Congregazione dei nobili.

Il ruolo avuto dai precettori non impedì comunque al giovane Leopardi di intraprendere un suo personale percorso di studi avvalendosi della biblioteca paterna molto fornita e di altre biblioteche recanatesi, come quella degli Antici, dei Roberti e probabilmente da quella di Giuseppe Antonio Vogel, esule in Italia in seguito alla Rivoluzione francese e giunto a Recanati tra il 1806 e il 1809 come membro onorario della cattedrale della cittadina.



Nel 1809 il giovane Giacomo compone il sonetto intitolato "La morte di Ettore" che, come lui stesso scrive nell' "Indice delle produzioni di me Giacomo Leopardi dall'anno 1809 in poi", è da considerarsi la sua prima composizione poetica. Da questi anni ha inizio la produzione di tutti quegli scritti chiamati "puerili".





La produzione dei "puerili"

Il corpus delle opere così dette "puerili" pubblicato da Bompiani a Milano nel 1972 a cura di Maria Corti in "Giacomo Leopardi. Tutti gli scritti inediti, rari e editi 1809-1810", dimostrano che il giovane Leopardi sapeva scrivere in latino fin dall'età di nove-dieci anni e sapeva padroneggiare i metodi di versificazione italiana in voga nel settecento, come i metri barbari di Fantoni, oltre ad avere una passione per le burle in versi dirette al precettore ed ai fratelli.

Nel 1810 iniziò lo studio della filosofia, e due anni dopo, come sintesi della sua formazione giovanile, scrisse le "Dissertazioni filosofiche", che riguardano argomenti di logica, filosofia, morale, fisica teorica e sperimentale (astronomia, gravitazione, idrodinamica, teoria dell'elettricità, eccetera).

Nel 1812, con la presentazione pubblica del suo saggio di studi che discusse davanti a esaminatori di vari ordini religiosi e al vescovo, si può far concludere il periodo della sua prima formazione che è soprattutto di tipo sei-settecentesco ed evidenzia l'amore per l'erudizione e uno spiccato gusto arcadico.





La formazione personale

Primi due volumi di OpereCessata la formazione nel 1812 dell'abate Sanchini, Leopardi si immerse totalmente in uno studio "matto e disperatissimo", della durata di sette anni, che assorbì tutte le sue energie e che recò gravi danni alla sua salute. Senza l'aiuto di maestri apprese il greco e l'ebraico e compose opere di grande impegno ed erudizione.

Risalgono a questi anni la "Storia dell'astronomia" del 1813, il "Saggio sopra gli errori popolari degli antichi" del 1815, diversi discorsi su scrittori classici, alcune traduzioni poetiche, dei versi e le due tragedie "La virtù indiana" e il "Pompeo in Egitto".

Iniziò anche le prime pubblicazioni e lavorò alle traduzioni dal latino e dal greco dimostrando sempre di più il suo interesse per l'attività filologica. Sono questi anche gli anni dedicati alle traduzioni dal latino e dal greco corredate di discorsi introduttivi e di note, tra i quali "Gli scherzi epigrammatici" tradotti dal greco del 1814 e pubblicati in occasione delle nozze Santacroce-Torre dalla Tipografia Frattini di Recanati nel 1816, la "Batracomiomachia" nel 1815 e pubblicata su "Lo Spettatore italiano" il 30 novembre 1816, gli idilli di Mosco, il "Saggio di traduzioni dell'Odissea", la "Traduzione del libro secondo dell'Eneide" e la "Titanomachia" di Esiodo, pubblicata su "Lo spettatore italiano" il 1° giugno 1817.





La conversione letteraria: dall'erudizione al bello

Tra il 1815 e il 1816 si avverte in Leopardi un forte cambiamento frutto di una profonda crisi spirituale che lo porterà ad abbandonare l'erudizione per dedicarsi alla poesia. Egli si rivolge pertanto ai classici, non più come ad arido materiale adatto a considerazioni filologiche ma come a modelli di poesia da studiare. Seguiranno le letture di autori moderni come l'Alfieri, il Parini, il Foscolo e il Monti che servirono a maturare la sua sensibilità romantica. In questo modo il Leopardi iniziò a liberarsi dall'educazione paterna accademica e sterile, a rendersi conto della ristrettezza della cultura recanatese e a porre le basi per liberarsi dai condizionamenti familiari.

Appartengono a questo periodo alcune poesie significative come le "Rimembranze", l'"Appressamento della morte" e l'"Inno a Nettuno".





La conversione filosofica: dal bello al vero

« E fango è il mondo »

(A se stesso, Giacomo Leopardi)



Dopo il primo passo verso il distacco dall'ambiente giovanile e con la maturazione di una nuova ideologia e sensibilità che lo portò a scoprire il bello in senso non arcaico ma neoclassico, si annuncia nel 1817 quel passaggio dalla poesia di immaginazione degli antichi alla poesia sentimentale che il poeta definì l'unica ricca di riflessioni e convincimenti filosofici.





La teoria del piacere

La "teoria del piacere" è una concezione filosofica postulata da Leopardi nel corso della sua vita. La maggiore parte della teorizzazione di tale concezione è contenuta nello "Zibaldone", in cui il poeta cerca di esporre in modo organico la sua visione delle passioni umane. Il lavoro di sviluppo del pensiero leopardiano in questi termini avviene dal 12 al 25 luglio del 1820.



La "teoria del piacere" sostiene che l'uomo nella sua vita tende sempre a ricercare un piacere infinito, come soddisfazione di un desiderio illimitato. Esso viene cercato soprattutto grazie alla facoltà immaginativa dell'uomo, che può concepire le cose che non sono reali. Poiché grazie alla facoltà immaginativa l'uomo può figurarsi piaceri inesistenti, e figurarseli come infiniti in numero, durata ed estensione, non bisogna stupirsi che la speranza sia il bene maggiore e che la felicità umana corrisponda all'immaginazione stessa. La natura fornisce tale facoltà all'uomo come strumento per giungere non alla verità, ma ad un'illusoria felicità. Anche l'occupazione (che può essere considerata la soddisfazione continua degli svariati bisogni che la natura ha fornito agli uomini) è una condizione che porta felicità nella vita dell'uomo. Ad essa si oppone il tedio, la noia, che è il male più grande che possa affliggere l'umanità (vedi la canzone Ad Angelo Mai ed altri testi). La felicità, dunque, è più facilmente trovata dai fanciulli che riescono sempre ad immaginare e perdersi dietro ogni "bagattella", ovvero riescono a distrarsi con ogni sciocchezza. Secondo Leopardi, l'umanità poteva essere più vicina alla felicità nel mondo antico, quando la conoscenza scarsa lasciava libero corso all'immaginazione; nel mondo moderno, invece, la conquista del vero ha portato l'immaginazione ad indebolirsi, fino a sparire del tutto negli adulti.





I mutamenti profondi del 1817

Il 1817 fu per il Leopardi, che giunto alle soglie dei diciannove anni aveva avvertito in tutta la sua intensità il peso dei suoi mali e della condizione infelice che ne derivava, un anno dec
Anto
2008-07-04 09:41:21 UTC
pr

oggi elisaguitar stai attenta vedremo i logaritmi

La funzione logaritmo in base a è la funzione inversa rispetto alla funzione esponenziale in base a.



Si dice, cioè, logaritmo in base a di un numero x l'esponente da dare ad a per ottenere x (x viene chiamato argomento del logaritmo). In altre parole, se



x = a^y\,



segue che:



y = \log_a x\,



(si legge: y è il logaritmo in base a di x).



Per esempio, log3 81 = 4 perché 34 = 81.



Il logaritmo è utile soprattutto perché trasforma prodotti in somme,i rapporti in differenze e elevamenti a potenza in moltiplicazioni. Valgono cioè le relazioni:



\log_a (x\cdot y) = \log_a (x) + \log_a(y),\,\!

\log_a ( \frac{x}{y} ) = \log_a (x) - \log_a(y),\,\!

\log_a(x^k) = k\log_a(x).\,\!



Cenni storici [modifica]



I logaritmi vennero proposti nel 1614 da John Napier, noto anche col nome latinizzato di Neperus o in italiano Nepero, come ausilio per semplificare i calcoli. Infatti, fissata una base, il logaritmo del prodotto di due numeri è pari alla somma dei loro logaritmi, il logaritmo di un quoziente alla loro differenza e, soprattutto, il logaritmo di una potenza è il prodotto del logaritmo della base della potenza per l'esponente al quale dobbiamo elevarla: pertanto, al prezzo di due conversioni da un numero al suo logaritmo e una conversione inversa (verso il cosiddetto antilogaritmo) è possibile trasformare un prodotto in una somma, un quoziente in una differenza, un elevamento a potenza in un prodotto e, addirittura, un'operazione "complicatissima" come l'estrazione di radice ennesima in una semplice divisione per n. Le conversioni stesse venivano tabulate a priori e scritte in un volume ("Tavola dei logaritmi"). Lo stesso principio era usato nel regolo calcolatore.



Henry Briggs trattò i logaritmi decimali in Logarithmorum Chilias Prima nel 1617, dove calcolò i logaritmi da 1 a 1000, ciascuno fino alla quattordicesima cifra decimale.



Definizione [modifica]



Sia a un numero reale positivo diverso da 1 e x un numero reale positivo. Il logaritmo



y=\log_a x\,\!



è l'unico esponente per cui vale la relazione



x = a^y.\,\!



Buona definizione [modifica]



Le ipotesi su a e x sono necessarie per ottenere una buona definizione di y. Infatti:



* Se a = 0 e x\neq 0, non esistono y tali che x = ay.

* Se a = 0 e x = 0, ne esistono infiniti.

* Se a = 1 e x\neq 1, non esistono.

* Se a = 1 e x = 1, ne esistono infiniti.

* Se a < 0, l'elevamento a potenza ay non è definito per tutti i numeri reali y (può essere definito solo sui naturali).

* Il risultato di un elevamento a potenza è un numero positivo, quindi deve essere x > 0.



Base del logaritmo [modifica]



Basi più comuni [modifica]



Anche se in linea di principio i logaritmi possono essere calcolati in qualunque base positiva e diversa da 1, quelle più utilizzate sono tre:



* base 10 (logaritmi decimali o volgari o di Briggs), usati per le operazioni di calcolo; li si indica con log10, più genericamente con log, più raramente con Log.



* base e (logaritmi naturali o neperiani), usati nel calcolo infinitesimale; li si indica con ln, più raramente con log (quando, dal contesto, la base a cui ci si riferisce è chiara).



* base 2 (logaritmi binari), usati soprattutto nell'analisi della complessità computazionale, nella teoria dei codici e nella teoria dei segnali; li si indica con log2, più raramente con log (quando, dal contesto, la base a cui ci si riferisce è chiara).



Cambiamento di base [modifica]



Noto il valore di un logaritmo in una base, è semplice calcolarne il valore in un'altra base (spesso le calcolatrici danno il logaritmo solo in basi 10 ed e).

Se b, x, e k sono tutti numeri reali positivi (con b ≠ 1 e k ≠ 1):



\log_b x = \frac{\log_k x}{\log_k b}



dove k è una base qualsiasi. La formula può essere scritta nel modo seguente



\log_k b\cdot \log_b x = \log_k x\,\!



e segue dalla relazione



k^{\log_k b\cdot \log_b x} = (k^{\log_k b})^{\log_b x} = b^{\log_b x} = x.



Dalla formula del cambiamento di base, ponendo k = x, si ricava la relazione seguente:



\log_b x =\frac{1}{\log_x b }



Proprietà dei logaritmi [modifica]



* Il logaritmo in base a di a è 1:



\log_a {a} = 1\,\!



* Il logaritmo di 1 è, in qualsiasi base, 0:



\log_m 1 = 0\,\!



* Vale l' identità:



a^{\log_a x} = \log_a {a^x} = x



* Il logaritmo del prodotto di due numeri è uguale alla somma dei logaritmi dei due numeri:



\log_m (a \cdot b) = \log_m a + \log_m b



* Il logaritmo di un quoziente è uguale alla differenza tra i logaritmi del dividendo e del divisore:



\log_m \frac{a}{b} = \log_m a - \log_m b



* Il logaritmo dell'inverso di a è l'opposto del logaritmo di a:



\log_m {\frac {1} {a}} = -\log_m a



* Il logaritmo di un numero elevato all'esponente k è uguale al prodotto dell'esponente per il logaritmo del numero:



\log_m a^k = k \cdot \log_m a



Relazione con l'esponenziale [modifica]



Ciascuna delle relazioni elencate precedentemente è conseguenza di una analoga relazione per la funzione esponenziale. Ad esempio, la relazione



\log_m (a \cdot b) = \log_m a + \log_m b



è equivalente all'uguaglianza



m^{k+h} = m^k\cdot m^h.



Brevemente, l'esponenziale trasforma somme in prodotti, e quindi il logaritmo trasforma prodotti in somme. Formalmente,



\log_m (a \cdot b) = \log_m (m^{\log_m a}\cdot m^{\log_m b}) = \log_m(m^{\log_m a + \log_m b}) = \log_m a + \log_m b.



Analogamente, la relazione



\log_m a^k = k \cdot \log_m a



è equivalente alla relazione



(m^h)^k = m^{hk}.\,\!
dep
2008-07-04 09:34:47 UTC
Caro colui che mi precede, oggi parliamo delle funzioni iperboliche:

In matematica, le funzioni iperboliche costituiscono una famiglia di funzioni speciali dotate di alcune proprietà analoghe a corrispondenti proprietà delle ordinarie funzioni trigonometriche.Possiamo definire le funzioni iperboliche in questo modo:



Data un'iperbole equilatera,quindi con a = b\,, centrata con gli assi sugli assi coordinati e dato un angolo \alpha\,,consideriamo il settore iperbolico di area \frac{\alpha}{2}\,, questo determina un punto P come intersezione con l'iperbole; definiamo quindi seno iperbolico (\sinh{}\,) l'ordinata del punto P e coseno iperbolico (\cosh{}\,) l'ascissa del punto P; conseguentemente si possono definire le altre funzioni iperboliche tramite \sinh{}\, e \cosh{}\, così come si fa per quelle trigonometriche.



Possiamo anche dare le loro definizioni basate su funzioni esponenziali.



* Funzione seno iperbolico



\sinh(x) = \frac{e^x - e^{-x}}{2}



* Funzione coseno iperbolico



\cosh(x) = \frac{e^x + e^{-x}}{2}



* Funzione tangente iperbolica



\tanh(x) = \frac{\sinh(x)}{\cosh(x)} = \frac{e^x - e^{-x}}{e^x + e^{-x}}



* Funzione cotangente iperbolica



\coth(x) = \frac{\cosh(x)}{\sinh(x)} = \frac{e^x + e^{-x}}{e^x - e^{-x}}



* Funzione secante iperbolica



\operatorname{sech}(x) = \frac{1}{\cosh(x)} = \frac{2}{e^x + e^{-x}}



* Funzione cosecante iperbolica



\operatorname{csch}(x) = \frac{1}{\sinh(x)} = \frac{2}{e^x - e^{-x}}



In queste definizioni x si può considerare variabile reale o complessa.



Relazione con le funzioni trigonometriche

Per x\, reale la funzione \cosh{x}\, è una funzione pari, cioè simmetrica rispetto all'asse y\,; la funzione \sinh{x}\, è invece una funzione dispari, cioè simmetrica rispetto all'origine.



Conseguentemente sono funzioni dispari anche \tanh{x}\,, \coth{x}\, e \operatorname{csch}{x}\,, mentre \operatorname{sech}{x}\, è pari.



Si trovano poi i seguenti valori particolari:



\sinh{0} = 0 \qquad \cosh{0} = 1 \qquad \tanh{0} = 0 \qquad \operatorname{sech}{0} = 1



Così come al variare della variabile reale t\, i punti \left(\cos{t}, \sin{t}\right)\, definiscono la circonferenza x^2 + y^2 = 1\,, analogamente i punti \left(\cosh{t}, \sinh{t}\right)\, definiscono l'iperbole equilatera x^2 - y^2 = 1\,.



Questa è una conseguenza dell'identità:



\left(\cosh{t}\right)^2 - \left(\sinh{t}\right)^2 = 1



derivabile dalle definizioni mediante funzioni esponenziali con manipolazioni algebriche elementari.



Al contrario delle corrispondenti funzioni trigonometriche, le funzioni iperboliche non sono periodiche.



L'argomento t delle funzioni seno e coseno che definiscono la circonferenza può essere interpretato naturalmente come un angolo; la t\, argomento delle funzioni iperboliche rappresenta invece due volte l'area del settore compreso tra il segmento che collega l'origine con il punto \left(\cosh{t}, \sinh{t}\right)\, su un ramo dell'iperbole equilatera, l'arco di tale iperbole che si conclude nel punto \left(t,0\right)\, sull'asse x\, e il segmento sull'asse x\, da questo punto all'origine.



Le funzioni iperboliche soddisfano molte identità, simili a corrispondenti identità trigonometriche.



In effetti, la formula di Osborne specifica che si può convertire ogni identità trigonometrica in una identità iperbolica sviluppandola completamente in termini di potenze intere di seni e coseni, trasformando ogni \sin\, in \sinh\, e ogni \cos\, in \cosh\, e infine cambiando il segno di ogni termine che contiene un prodotto di due \sinh\,. Procedendo in questo modo, ad esempio, si trovano i teoremi di addizione:



\sinh{(x+y)} = \sinh{(x)} \cosh{(y)} + \cosh{(x)} \sinh{(y)}\,

\cosh{(x+y)} = \cosh{(x)} \cosh{(y)} + \sinh{(x)} \sinh{(y)}\,



e le formule dell'angolo dimezzato



\cosh{\left(\frac{x}{2}\right)} = \sqrt{\frac{1+\cosh{(x)}}{2}}

\sinh{\left(\frac{x}{2}\right)} = \sqrt{\frac{\cosh{(x)}-1}{2}}



La derivata di \sinh{x}\, è data da \cosh{x}\, e la derivata di \cosh{x}\, è \sinh{x}\,; questo collegamento si legge facilmente sui grafici delle funzioni.



Il grafico della funzione \cosh{x}\, è la curva catenaria, profilo assunto da un cavo con densità uniforme con le due estremità fissate e sottoposto alla gravità.



Funzioni iperboliche di argomento complesso

Dato che la funzione esponenziale può essere definita per ogni argomento complesso, possiamo estendere la definizione delle funzioni iperboliche anche agli argomenti complessi. Le funzioni sinh z e cosh z sono quindi olomorfe per ogni argomento complesso, e si possono sviluppare in serie di Taylor.



Le relazioni con le funzioni trigonometriche sono ottenute dalla formula di Eulero per i numeri complessi:



e^{ix} = \cos x + i\;\sin x



\cosh(ix) = \frac{(e^{ix} + e^{-ix})}{2} = \cos(x)



\sinh(ix) = \frac{(e^{ix} - e^{-ix})}{2} = i \sin(x)



\tanh(ix) = i \tan(x) \,



\sinh(x) = -i \sin(ix) \,



\cosh(x) = \cos(ix) \,



\tanh(x) = -i \tan(ix) \,



\operatorname{arcsinh}(x) = i \arcsin(-ix)



\operatorname{arccosh}(x) = i \arccos(x)



\operatorname{arctanh}(x) = i \arctan(-ix)
αиgєℓι¢α la marchesa è tornata!
2008-07-04 09:32:38 UTC
ora ti faccio vedere che studio per il mio esame di sociologia...

Talcott Parsons (Colorado Springs, 13 dicembre 1902 – Monaco di Baviera, 8 maggio 1979) è stato un sociologo statunitense.



Parsons produsse una teoria generale per l'analisi della società chiamata "struttural-funzionalista", nella quale sono evidenti i richiami a Durkheim, Weber, all'antropologia culturale nonché all'etnologia. Come molti altri sociologi cercò di combinare "azione sociale" e "struttura" in un'unica teoria non limitata al solo funzionalismo.



Il suo lavoro ha avuto grande influenza negli anni cinquanta e sessanta, particolarmente in America (dove la ricerca era quasi solamente empirica) proponendo una visione delle scienze sociali più raffinata. Pur essendo un riferimento per sociologi contemporanei importanti come Habermas e Luhmann, il suo favore si è gradualmente ridotto nel tempo e il più importante tentativo di far rivivere il pensiero di Parsons, sotto l'etichetta di "neofunzionalismo", si deve al sociologo Jeffrey Alexander.

Indice

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* 1 Biografia

* 2 Lo struttural-funzionalismo

o 2.1 L'azione sociale

o 2.2 Il concetto di sistema

o 2.3 Famiglia e socializzazione

* 3 Variabili strutturali e universali evolutivi

* 4 Ulteriore sviluppo

* 5 Critiche

* 6 Opere



Biografia [modifica]



Talcott Edgar Frederick Parsons nasce a Colorado Springs il 13 dicembre 1902.



Frequenta l'università all'Amherst College del Massachusetts, ed è orientato allo studio della biologia e alla medicina, ma già nel 1923 si interessa progressivamente all'economia e alle scienze sociali, anche grazie alle opere di Durkheim e Max Weber.



Dopo Amherst, Parsons si reca alla London School of Economics, dove subisce l'influenza dei lavori di economisti quale H. Laski e R. H. Tawney, gli antropologi culturali Malinowski e Radcliffe-Brown, e i sociologi Ginsberg e Hobhouse. Nel 1925, grazie ad una borsa di studio in Sociologia ed Economia, si trasferisce all'Università di Heidelberg, dove consegue il dottorato con una tesi sull'origine del capitalismo in Weber e Sombart.



Tornato negli Stati Uniti Parsons insegna presso l'Università di Harvard dal 1927 al 1973. Entra a far parte del Dipartimento di Sociologia (diretto da P. Sorokin, con il quale Parsons è in disaccordo) e successivamente presso il Dipartimento di Relazioni Sociali (diretto dallo stesso Parsons). Nel 1949 viene eletto presidente dell'American Sociological Association.



Muore a Monaco di Baviera l'8 maggio 1979.



Lo struttural-funzionalismo [modifica]



L'approccio di Parsons è definito struttural-funzionalismo, poiché si propone di individuare la struttura di fondo della società e di comprenderla mostrando le funzioni assolte dalle sue parti. Si riallaccia al funzionalismo di Durkheim, il quale riconduce ogni fenomeno alla funzione che esso ha all'interno dell'insieme di cui è parte, la società. Alcuni hanno proposto per la sociologia di Parsons il termine "approccio sistemico". Comunque, in linea di massima, ciò che Parsons si propone di fare è di integrare i due approcci opposti di Weber e Durkheim; il primo infatti pone l'accento sul ruolo dell'individuo, il secondo sul ruolo della società.



L'azione sociale [modifica]



In La struttura dell'azione sociale, Parsons afferma che l’azione (o atto) è l’unità elementare di cui si occupa la sociologia. L’atto richiede i seguenti elementi:



* L’attore, colui che compie l’atto;

* Un fine verso cui è orientato l’atto;

* Una situazione di partenza da cui si sviluppano nuove linee d’azione e in cui vi sono le condizioni ambientali, sulle quali l’attore non ha possibilità di controllo, e i mezzi che invece l’attore controlla e utilizza;

* Un orientamento normativo dell’azione, che porta l’attore a preferire certi mezzi ad altri e certe vie ad altre, tuttavia basandosi sul sistema morale vigente nella sua società.



Si nota come P. si sforzasse in questa visione di contrastare da un lato il comportamentismo, la tendenza cioè a ridurre l’azione umana a mero meccanismo di riposta a stimoli, togliendo ogni ruolo alla volontà; dall’altro l’utilitarismo, che spiega tutte le azioni in base a un interesse eliminando il ruolo dell’orientamento normativo. Le norme collegano l’individuo alla società di cui è parte, il che in parte riduce il libero arbitrio umano: l’uomo nel suo comportamento è vincolato da queste norme sociali (se non le segue è sottoposta a sanzioni), e queste norme sono espressione dei valori di fondo di una cultura. Mostrando dunque come l'azione individuale vada ricollegata alla società nel suo insieme - tramite le norme - Parsons ha già in parte trovato un punto di congiunzione nella dicotomia individuo/società. Un successivo passo avanti è compiuto con la definizione del concetto di sistema.



Il concetto di sistema [modifica]



Ne Il sistema sociale Parsons definisce il sistema come un insieme interrelato di parti che è capace di autoregolazione e in cui ogni parte svolge una funzione necessaria alla riproduzione dell’intero sistema. Ogni sistema dev’essere in grado di svolgere almeno quattro funzioni (secondo il celebre sistema AGIL):



* Adattamento all’ambiente; il sottosistema che svolge questa funzione è il sottosistema economico.

* Definizione dei propri obiettivi; il sottosistema che svolge questa funzione è il sottosistema politico.

* Integrazione delle parti componenti; il sottosistema che svolge questa funzione è il sottosistema giuridico e il sottosistema religioso.

* Conservazione della propria organizzazione; i sottosistemi che svolgono questa funzione sono il sottosistema della famiglia e il sottosistema della scuola.



In realtà nella visione di Parsons gli individui non sono singole persone ma persone che svolgono dei ruoli specifici, modelli di comportamento regolati da norme ed orientati all’espletamento di una funzione: Parsons non tratta dei signori X e Y, ma dell’insegnante e del meccanico. Il sistema sociale è dunque un sistema di ruoli: nell’ambito del proprio ruolo ogni individuo entra in relazione con gli altri e contribuisce alla riproduzione del sistema nel suo complesso. I ruoli fanno anche parte delle istituzioni, sottounità del sistema sociale che implicano più ruoli interagenti tra loro: la scuola, ad esempio (fatta dei ruoli di insegnante, studente, bidello, ecc.), la famiglia (padre, madre, figli).

Per approfondire, vedi la voce AGIL.



Famiglia e socializzazione [modifica]



Si è già detto che in pratica il congiungimento tra l'individuo e la società avviene tramite le norme. Ma in che modo le norme diventano parte dell'individuo? Parsons riprende da Freud il concetto di interiorizzazione (in Freud chiamato introiezione): ogni individuo impara a seguire certe norme e a vivere in società attraverso la formazione di un’istanza psichica (il “Super-Io”) che riproduce l’autorità inizialmente al di fuori di noi ma che poi noi interiorizziamo. Questa interiorizzazione delle norme e dei valori avviene nel corso del processo di socializzazione, che si realizza nell’infanzia grazie alla famiglia. Il ruolo della famiglia nell’ambito del sistema sociale è quello di educare i figli e socializzarli. La famiglia in Parsons è nucleare, composta cioè solo dai due genitori e dai figli, residente in un’abitazione indipendente mononucleare. All’interno della famiglia avviene una differenziazione di funzioni e ruoli: la moglie/madre assume il ruolo di casalinga che cura i figli e la casa; il padre/marito è il bread-winner, colui che porta il pane a casa, cioè che si procura di che da vivere, e il leader strumentale che si occupa dell’interazione tra famiglia e società. Questi due ruoli sono complementari, l’uno non esiste senza l’altro. I figli e le figlie svilupperanno una personalità che farà propri i valori dei genitori e la differenziazione dei ruoli tra i due genitori.



Variabili strutturali e universali evolutivi [modifica]



Parsons definisce un insieme di parametri sulle base dei quali è possibile classificare società e culture diverse: sono le variabili strutturali (pattern variables). Esse sono scelte binarie di fondo compiute da una cultura nel corso della sua esistenza:



* Particolarismo/universalismo. È la differenza tra il comportamento di un genitore e quello di un giudice. Il primo è ispirato a criteri particolaristici, che magari avvantaggiano il figlio ma non un altro individuo. Il secondo è ispirato a criteri universalistici, le regole che applica valgono per tutti indifferentemente ("la legge uguale è per tutti").

* Diffusione/specificità. Nel primo caso l’azione è orientata a tener conto di tutti gli aspetti della personalità di chi mi sta davanti, nel secondo l’azione si basa sul ruolo: quando interagisco con un amico tengo conto dell'insieme della sua personalità; quando un commesso interagisce con un cliente tiene conto solo dell'aspetto "cliente" di quell'uomo.

* Ascrizione/acquisizione. È l’importanza che una società attribuisce a chi ha tratti derivatigli dalla nascita quali colore della pelle o famiglia di provenienza (ascrittivi), oppure per ciò che quell’individuo è stato capace di realizzare nel corso della sua esistenza (tratti acquisitivi).

* Affettività/neutralità affettiva. La differenza tra sistemi d’azione nei quali vi è una gratificazione affettiva (madre/figlio) o dove le relazioni si basano sul distacco affettivo (funzionario/cliente).

* Interessi collettivi/interessi privati. Il diverso orientamento nell’agire degli individui; il medico è orientato verso interessi collettivi, l’i
?
2017-02-07 20:55:43 UTC
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I Love Roma
2008-07-04 09:27:57 UTC
ciao!
2008-07-04 09:54:22 UTC
CHIMICA



mendel.

allora...mendel era un monaco augustiniano che fece degli esperimenti con il pisello verde odoroso (niente doppisensi)

di lui permangono tre importantissime leggi.



allora la prima è quella della dominanza e recessività completa.

se abbiamo due cani,uno puro nero e uno ibrido bianco,avremo dalla prima cucciolata due cani ibridi neri (il nero predomina sul bianco )

e nella seconda filiale avremo due ibridi neri un puro bianco e un puro nero.

...a raga mi secca spiegarlo x ste cose mi hanno pure bocciata!!!
Make Imperfect.
2008-07-04 09:43:56 UTC
Cari answerini ...... oggi parleremo di una corrente letteraria molto importante dell'ottocento e di un suo esponente molto significativo..... il romanticismo e giacomo leopardi.... allora.....state attenti e ascoltatemi......

Con la fine dell'impero napoleonico gli ideali illuministici entrarono in crisi. Sia la rivoluzione industriale, sia la restaurazione politica crearono forti tensioni sociali. Così nei primi anni dell’ottocento inizio a diffondersi in tutta Europa un grande movimento culturale, il Romanticismo, che interessò tutti gli aspetti della società dell'epoca e promosse un profondo rinnovamento nella concezione della vita, dell'uomo e della storia.

La parola “romantic” comparve verso la metà del Seicento in Inghilterra, per indicare una “narrazione fantastica”. Nel secolo successivo venne usata in riferimento a un paesaggio suggestivo e pittoresco, o all’emozione che si prova di fronte a un simile paesaggio. Il termine all’inizio dell'ottocento venne assunto in Germania per definire la nuova corrente letteraria, che si impegnava di rivalutare la forza del sentimento e della fantasia.

A contrario del romanticismo, l’illuminismo si basava sulla fiducia nella ragione, che avrebbe portato alla nascita di un’epoca felice in cui l’uomo sarebbe stato libero, in condizioni di uguaglianza e fratellanza con i suoi simili. Ma gli eccessi di violenza ,Napoleone che aveva sottomesso interi popoli, i metodi repressivi della restaurazione, crearono uno stato d’animo di reazione contro l’illuminismo. Il romanticismo e l’illuminismo, non sono due correnti separate e lontane tra loro, ma sono la continuazione e lo sviluppo l’una dell’altra. Il romanticismo infatti, inserisce nella realtà gli ideali politici e sociali dell'illuminismo e li adatta alle particolari condizioni di ciascun popolo.... HEY, COS'E QUEL CASINO???? HO DETTO ATTENTI!!!!! OK, RIPRENDIAMO......

Il romanticismo, invece di esaltare la ragione come facoltà principale dell'uomo, esaltava il sentimento. L’istinto, i sentimenti, le passioni, la fantasia, differenziano un individuo da un altro e ne fanno un essere unico e irripetibile; per i romantici si era uguali per dignità e diritti, ma non sul piano dei sentimenti, che caratterizzano ogni individuo. Nel campo politico invece, si esaltarono la nazione, come patria “unita e unica” con una propria fisionomia, un patrimonio di lingua comune, di storia, di religione, di ricordi e di ideali, e il popolo, che raccoglieva in se come bene la cultura, le tradizioni, le credenze.

Anche nella concezione della storia ci furono dei profondi cambiamenti; gli illuministi condannavano gran parte del passato, in particolare il medioevo, considerato un periodo di ignoranza, di errori; i romantici invece, sentivano il passato come tradizione fondamentale nella vita dell'individuo e dei popoli. Essi vedevano la storia come un evoluzione e un progresso continuo. Il medioevo viene rivalutato come un momento storico importante in cui si erano formati i comuni e gli altri stati nazionali.

Il romanticismo aveva inoltre fra i suoi ideali, il concetto di libertà, di indipendenza e di sovranità popolare.

Le forme più importanti della produzione letteraria del romanticismo sono la Lirica e il Romanzo storico.

La prima, concepisce la poesia come una delle più alte espressioni dello spirito, frutto della fantasia e del sentimento, manifestazione spontanea degli ideali dell'artista. Ugo Foscolo e Giacomo Leopardi furono i maggiori esponenti di questo genere letterario in Italia. L’altra, concepisce la letteratura come rappresentazione di una precisa realtà storico-sociale in cui sono trattati personaggi immaginari; l’esponente italiano più significativo fu Alessandro Manzoni col romanzo “I Promessi Sposi”.

Tra i temi più importanti della poesia romantica ci sono: il dolore, che nasce da una forza esteriore dalla quale non troviamo soluzione; il mistero, che avvolge gli aspetti della vita che superano il mondo dei sensi e dell’esperienza; i temi dell'amore, della morte, della natura, della storia e della vita sociale.

Il poeta romantico si rifugiava in se stesso, nella propria individualità, e, desiderando cose irraggiungibili, si sentiva solo e infelice. Scontento del mondo che lo circondava, cercava consolazione nel sogno e nelle fantasie. Tuttavia però, non si lasciava travolgere dalla tristezza e dalla disperazione; infatti, pur essendo consapevole delle sventure umane, cercava di dare un senso positivo e costruttivo alla sua vita e alla sua opera, oppure sapeva rendere universale il suo dolore in liriche nelle quali ogni uomo potava riconoscersi. Il poeta romantico lottava per la libertà e si faceva portatore di grandi sentimenti e ideali collettivi. Uno dei più grandi poeti del romanticismo fu Giacomo Leopardi....

DI NUOVO!!!!! HO DETTO BASTA!!!!! DOVETE STARE ATTENTI!!!! A CHI STO SPIEGANDO????? AL MURO???? AL PROSSIMO K FIATA LO SBATTO FUORI !!!!!! CHIARO????? BENE.... ALLORA......ERO..... RIMASTA.....AH, ECCO.....

Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798. Tra i dati biografici ricordiamo il profondo legame con il suo luogo natale, il breve soggiorno a Roma non privo di delusioni, e i successivi viaggi a Firenze dove ebbe modo di farsi conoscere e di avvicinarsi a importanti scrittori del tempo. Infine il trasferimento a Napoli dall’amico Antonio Ranieri, dove morì nel 1937 a soli 39 anni. La produzione leopardiana è vastissima; lo Zibaldone, diario di appunti, raccoglie in 4526 fogli, pensieri, riflessioni, annotazioni di studioso, trascritte quasi giornalmente per 20 anni circa. Molto ricco è anche l’Epistolario, considerato uno dei più importanti del XIX secolo. Fra le tante opere ricordiamo le due principali, “I Canti” e le “Operette Morali”, che per originalità di stile e per profondità di pensiero, costituiscono l’apice della poesia ottocentesca.

Leopardi scrisse gran parte della sua produzione poetica nel severo palazzo di famiglia, dove fin da piccolo si era dedicato a uno studio “matto e disperatissimo” e dove aveva trascorso un’infanzia poco felice, sia perché malfermo di salute, sia perché poco compreso dai genitori. Per colmare il vuoto del suo animo aveva cercato conforto in uno studio senza misura, che rovinò la sua salute. Motivo ispiratore della sua poesia sono in gran parte il paesaggio e la vita di Recanati, paese odiato e amato nello stesso tempo. Costretto a vivere in un luogo dove nulla poteva confortarlo, nelle sue poesie lascia testimonianza di questa disperata solitudine, e i suoi canti si configurano come sconsolati e vaghi ricordi degli anni giovanili, dove però il ricordo personale quasi scompare per esprimere una visione della vita che vale per tutti gli uomini. Quella del Leopardi è una visione indubbiamente pessimista, dove non c’è spazio per nessuna illusione. Il pessimismo Leopardiano viene distinto in tre fasi: il pessimismo soggettivo, oggettivo e cosmico universale. Il pessimismo soggettivo, rappresenta il dolore personale con il quale il poeta pensa che la vita sia stata spietata solo con lui; il pessimismo oggettivo, nasce dalla convinzione che gli uomini sono destinati all’infelicità (al di là delle apparenze). Tutta l’umanità è destinata a soffrire a causa dell'evoluzione della coscienza e della ragione dell'uomo che rende limitato il piacere umano; infine, il pessimismo cosmico universale, che è il momento in cui Leopardi arriva ad una conclusione assolutamente negativa, e cioè che la condizione d'infelicità è propria del genere umano. La natura inoltre viene vista come “matrigna”, in quanto ha creato nell’uomo le speranze e le aspirazioni che poi lo deludono sempre. Tuttavia l’infelicità non è così irrimediabile, ma può trovare conforto nella poesia. Giacomo Leopardi è stato un poeta, scrittore e filosofo italiano. È ritenuto il maggior poeta del romanticismo italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale. La straordinaria qualità lirica della sua poesia e la profonda riflessione sulla condizione umana fanno di lui un protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale.
elis_euphoria
2008-07-04 09:39:40 UTC
m'illumino d'immenso?
2008-07-04 09:24:31 UTC
mi dispiace sono una pupa...
2008-07-04 09:35:34 UTC
Ma questa vi parea da dosso e voi subit v facit sfott... Bah...
2008-07-04 09:30:37 UTC
pr

famo una bella lezione di fisica sulla termodinamica allora iniziamo:



La termodinamica è quella branca della fisica e della chimica (chimica fisica) che descrive le trasformazioni subite da un sistema in seguito a processi che coinvolgono la trasformazione di calore in lavoro e viceversa.



La termodinamica classica si basa sul concetto di sistema macroscopico, ovvero una porzione di materia fisicamente o concettualmente separata dall'ambiente esterno, che spesso per comodità si assume non perturbato dallo scambio di energia con il sistema. Lo stato di un sistema macroscopico che si trova all'equilibrio è specificato da grandezze dette variabili termodinamiche o di stato come la temperatura, la pressione, il volume, la composizione chimica.



Tuttavia esiste una branca della termodinamica, denominata Termodinamica del non equilibrio che studia i processi termodinamici non-lineari caratterizzati dal mancato raggiungimento di condizioni di equilibrio stabile.

Breve sviluppo storico [modifica]

Fu Sadi Carnot nel 1824 il primo a dimostrare che si può ottenere lavoro dallo scambio di calore tra due sorgenti a temperature differenti. Attraverso il teorema di Carnot e la macchina ideale di Carnot quantificò questo lavoro e introdusse il concetto di rendimento termodinamico.



Nel 1848 Lord Kelvin utilizzando la macchina di Carnot introdusse il concetto di temperatura termodinamica assoluta e a lui si deve un enunciato del secondo principio della termodinamica.



Nel 1850 Joule dimostra l'uguaglianza delle due forme di energia (allora si credeva esistesse ancora il fluido calorico).



A questo punto si era posto il problema che se era possibile ottenere calore dal lavoro in modo totale, non era possibile ottenere l'inverso. A questo risultato approda anche Clausius che nel 1855 introdusse la sua disuguaglianza per riconoscere i processi reversibili da quelli irreversibili e la funzione di stato entropia.





Sistemi termodinamici [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Sistema termodinamico.



Un sistema termodinamico è una porzione di spazio, separata dal resto dell’universo (cioè l’ambiente esterno) mediante una superficie di controllo (superficie reale o immaginaria, rigida o deformabile), sede di trasformazioni interne e scambi di materia o energia con l’ambiente esterno. I suddetti scambi possono avvenire sotto forma di calore o lavoro. Questi due concetti non sono delle proprietà intrinseche del sistema, ma sussistono nel momento in cui esso interagisce con l'ambiente, cioè scambia energia con l'esterno. Quindi un sistema non possiede calore o lavoro, bensì energia; ogni variazione di energia è poi esprimibile in termini di calore (se il passaggio di energia è dovuto ad una differenza di temperatura tra ambiente e sistema) e lavoro (per qualunque variazione energetica che non sia dovuta alla differenza di temperatura, come ad es. una forza meccanica che provochi uno spostamento, un trasferimento di energia elettrica o elastica).



I bordi dei sistemi termodinamici, e quindi i sistemi stessi, si possono classificare nel modo seguente:



Sulla base dello scambio di calore in:

Sistemi adiabatici, se non consentono lo scambio di calore;

Sistemi diatermici, se invece lo consentono;

Sulla base dello scambio di lavoro in:

Bordi rigidi, se non consentono lo scambio di lavoro;

Bordi flessibili, se invece lo consentono;

Sulla base dello scambio di materia in:

Bordi permeabili, se consentono il passaggio di ogni specie chimica

Bordi semipermeabili, se consentono il passaggio di alcune specie chimiche

Bordi impermeabili, se invece non consentono il passaggio di alcuna specie chimica.

Si possono distinguere vari tipi di sistemi, in dipendenza dal modo di scambiare energia con l'esterno:



sistemi isolati: non scambiano calore, materia, lavoro con l'esterno (bordi impermeabili, rigidi e adiabatici);

sistemi chiusi: scambiano energia (calore, lavoro), ma non materia con l'esterno. Quando un sistema scambia calore, lavoro o entrambi, lo si può classificare in base alle proprietà al bordo che sarà:

impermeabile

rigido o flessibile

adiabatico o diatermico

sistemi aperti: permettono scambio di energia e materia con l'esterno (cioè bordi permeabili o semipermeabili, diatermici e flessibili).



Coordinate termodinamiche [modifica]

Le proprietà termodinamiche usate per descrivere un sistema sono dette coordinate termodinamiche. Dato un certo numero di coordinate, esse possono essere:



indipendenti, se è possibile modificare il valore di ciascuna di esse senza determinare una variazione del valore delle altre;

dipendenti, se variando il valore di una di esse anche le altre coordinate vengono modificate.



E' tipica della termodinamica la distinzione fra proprietà intensive ed estensive:



estensive, se dipendono dalle dimensioni del sistema (ad es. massa, volume, capacità termica);

intensive, se non dipendono dalle dimensioni del sistema (ad es. pressione e temperatura);

specifiche: rapportando una proprietà estensiva con le dimensioni del sistema (tipicamente la massa, ma anche il numero di moli o il volume) si ottiene una proprietà intensiva che è detta la corrispondente specifica della proprietà estensiva corrispondente: volume specifico, densità ("massa specifica"), calore specifico...

Secondo un noto postulato di stato, date due proprietà intensive indipendenti, lo stato di un sistema semplice risulta completamente determinato.



Temperatura, volume, pressione e numero di moli sono i tipici esempi di coordinate termodinamiche.





Trasformazioni termodinamiche [modifica]

Quando un sistema passa da uno stadio di equilibrio ad un altro, si dice che avviene una trasformazione termodinamica: si distingue tra trasformazioni reversibili, ovvero quelle trasformazioni che consentono di essere ripercorse in senso inverso (si ritorna precisamente al punto di partenza, ripercorrendo all'indietro gli stessi passi dell'andata), e trasformazioni irreversibili, ovvero quelle trasformazioni che, se ripercorse all'indietro, non faranno ritornare al punto iniziale, ma ad uno diverso. Perché una trasformazione sia reversibile è necessario che essa avvenga abbastanza lentamente da permettere al sistema di termalizzare (il sistema deve passare attraverso infiniti stati di equilibrio termodinamico). Le trasformazioni termodinamiche possono essere anche dei seguenti tipi:



Isobare: se la pressione si mantiene costante;

Isocore, se il volume si mantiene costante (e il lavoro scambiato tra sistema ed esterno è dunque nullo);

Isoterme, se la temperatura si mantiene costante;

Adiabatiche, se il calore totale scambiato è nullo;

Isoentropiche, o adiabatiche reversibili, se la variazione di entropia è nulla;



I Principi della Termodinamica [modifica]

I principi della termodinamica vennero enunciati nel corso del XIX secolo e regolano le trasformazioni termodinamiche, il loro procedere, i loro limiti. Sono dei veri e propri assiomi, non dimostrati e indimostrabili, fondati sull'esperienza, sui quali si fonda tutta la teoria che riguarda la termodinamica.



Si possono distinguere tre principi di base più un principio zero che definisce la temperatura, e che è implicito negli altri tre.





Principio Zero [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Principio zero della termodinamica.



Quando due sistemi interagenti sono in equilibrio termico, condividono alcune proprietà, che possono essere misurate dando loro un preciso valore numerico. In conseguenza, quando due sistemi sono in equilibrio termico con un terzo, sono in equilibrio tra loro e la proprietà condivisa è la temperatura. Il principio zero della termodinamica dice semplicemente che, se un corpo "A" è in equilibrio termico con un corpo "B" e "B" è in equilibrio termico con un corpo "C", "A" e "C" sono in equilibrio tra loro.



Tale principio spiega il fatto che due corpi a temperature diverse, tra cui si scambia del calore, (anche se questo concetto non è presente nel principio zero) finiscono per raggiungere la stessa temperatura. Nella formulazione cinetica della termodinamica, il principio zero rappresenta la tendenza a raggiungere un'energia cinetica media comune degli atomi e delle molecole dei corpi tra cui avviene scambio di calore: in media, come conseguenza degli urti delle particelle del corpo più caldo, mediamente più veloci, con le particelle del corpo più freddo, mediamente più lente, si avrà passaggio di energia dalle prime alle seconde, tendendo dunque ad uguagliare le temperature. L'efficienza dello scambio di energia determina i calori specifici dei materiali coinvolti.





Primo Principio [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Primo principio della termodinamica.



Quando un corpo viene posto a contatto con un altro corpo relativamente più freddo, avviene una trasformazione che porta a uno stato di equilibrio, in cui sono uguali le temperature dei due corpi. Per spiegare questo fenomeno, gli scienziati del XVIII secolo supposero che una sostanza, presente in maggior quantità nel corpo più caldo, passasse nel corpo più freddo. Questa sostanza ipotetica, detta calorico, era pensata come un fluido capace di muoversi attraverso la materia. Il primo principio della termodinamica invece identifica il calore come una forma di energia che può essere convertita in lavoro meccanico ed essere immagazzinata, ma che non è una sostanza materiale. È stato dimostrato sperimentalmente che il calore, misurato originariamente in calorie, e il lavoro o l'energia, misurati in joule, sono assolutamente equivalenti. Ogni caloria equivale a 4,186 joule.



Il primo principio è dunque un principio di conservazione dell'energia. In ogni macchina termica una certa quantità di energia viene trasfor
2008-07-04 09:33:26 UTC
pr
Andrea
2008-07-04 09:29:02 UTC
nn ho voglia di giocare!


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