Domanda:
Come mai oggi ho una terribile voglia di spammare?
2008-03-26 06:52:23 UTC
La savana è un ambiente naturale o semi-naturale caratterizzato da ampie distese erbose, più o meno alte. Con il termine savana è generalmente indicato tale ambiente in zone tropicali, dove le temperature sono elevate e le piogge hanno un andamento stagionale.

La savana è costituita principalmente di graminacee ma sono spesso presenti anche cespugli e alberi isolati (per esempio acacia, baobab o euforbia). A seconda della "dominanza" dello strato erbaceo e/o della percentuale di copertura del suolo da parte di arbusti o alberi si riconoscono ambienti di savana "aperta", anche detta savana "chiara", o di savana "boscata", anche detta savana "scura".

Si trovano aree di savana in America, in Australia e in Africa. Nelle regioni con scarsa piovosità la savana lascia il posto alla steppa.
Un elefante che si ciba di Acacia spinosa in un tipico ambiente di "savana aperta"
Un elefante che si ciba di Acacia spinosa in un tipico ambiente di "savana aperta"

Si possono comunemente distinguere i seguenti tipi di savana:

* Savana tropicale e subtropicale Le savane africane quali il Serengeti, appartengono a questo tipo.
* Savana temperata si trova in più alte latitudini con estati più umide e inverni più secchi.
* Savana mediterranea o prateria mediterranea tipica dei climi e delle regioni mediterranee, con inverni miti e moderatamente piovosi ed estati calde e asciutte. Tali ambienti sono anche presenti in alcune zone degli Stati Uniti in aree della California anche dette chaparral.
* Savana inondata sono aree di savana che vengono allagate stagionalmente o comunque in maniera periodica. Si trovano principalmente in zone tropicali o subtropicali.
* Savana montana sono praterie di altitudine piuttosto localizzate in alcune catene montuose.

Un tipico ambiente di "savana boscata"
Un tipico ambiente di "savana boscata"

In Africa occidentale e meridionale, la savana si sviluppa in regioni a clima arido, con precipitazioni scarsissime, anche grazie al vantaggio evolutivo delle specie erbacee in condizioni di estrema aridità. Nelle aree in cui le precipitazioni risultano più abbondanti, risultano anche via via più diffusi arbusti e alberi, fino a fare sì che la savana si trasformi in foresta.

Le savane erbose in Africa sono il pascolo di grandi erbivori come gnu e zebre; la crescita della foresta può, invece, essere limitata da alcune specie quali gli elefanti.

Secondo alcuni botanici, molte savane non sono degli ambienti completamente naturali essendo mantenuti tali dall'uomo. Infatti, sin da tempi molto antichi, l'uomo brucia periodicamente le savane in modo da limitare la crescita di essenze arboree. Per tale motivo gli ambienti di savana sono spesso considerati non completamente "naturali". La savana infatti, essendo un habitat ideale per i grandi erbivori, è sempre stato un ambiente di caccia privilegiato.

Attualmente esistono grandi sistemi di savana protetti, prevalentemente in Africa, che continuano a venire periodicamente bruciati, bloccando la naturale successione degli ecosistemi verso ambienti forestali, per mantenere le popolazioni di grandi mammiferi (i cosiddetti big five) ed incentivare in tal modo il turismo di massa.

Le savane africane, infatti, seppure presenti principalmente nelle regioni orientali e meridionali del continente, ospitano alcune delle specie più "famose" e considerate più caratteristiche dell'Africa.

In ottica la dispersione è un fenomeno che causa la separazione di un'onda in componenti spettrali con diverse lunghezze d'onda, a causa della dipendenza della velocità dell'onda dalla lunghezza d'onda. È spesso descritta in onde luminose, ma può avvenire in ogni tipo di onda che interagisce con un mezzo o che può essere confinata in una guida d'onda, come le onde sonore. La dispersione è anche chiamata dispersione cromatica per enfatizzare la sua dipendenza dalla lunghezza d'onda.

Esistono in generale due sorgenti di dispersione: la dispersione di materiale, che deriva dal fatto che la risposta del materiale alle onde dipende dalla frequenza e la dispersione di guida d'onda, che avviene quando la velocità dell'onda nella guida dipende dalla sua frequenza. I modi trasversi delle onde confinate in una guida d'onda finita in generale hanno velocità (e forme di campo) diverse, che dipendono dalla frequenza (ossia dalla dimensione relativa dell'onda, la lunghezza d'onda, rispetto alle dimensioni della guida).

La dispersione in guide d'onda utilizzate per le telecomunicazioni comporta la degradazione del segnale, poiché il diverso ritardo con cui le differenti componenti spettrali giungono al ricevitore, "sporca" il segnale nel tempo. Un fenomeno simile è la dispersione modale, causata dalla presenza di più modi in un guida ad una data frequenza, ognuno dei quali presenta una velocità diversa. Un caso speciale è la dispersione dei modi di polarizzazione o PMD (polarization mode dispersion) che deriva dalla composizione di due modi separati in polarizzazione che viaggiano a velocità diverse a causa di imperfezioni randomiche che spezzano la simmetria della guida.

La dispersione della luce nel vetro di un prisma è usata per costruire spettrometri e spettroradiometri. Sono utilizzati anche reticoli olografici, poiché consentono una discriminazione più accurata delle lunghezze d'onda. La dispersione nelle lenti produce l'aberrazione cromatica, un effetto indesiderato che può distorcere la immagini in microscopi, telescopi ed obbiettivi fotografici.


Un cappello a punta hai (David gnomo amico mio)
e felice nel bosco stai (David gnomo amico mio)
Le tue gote son grosse e rosse
ed il naso e' un po' all'insu'
Porti sempre una giacca blu (David gnomo amico mio)
Gli animali curare sai (David gnomo amico mio)
e del male mai non fai (David gnomo amico mio)
Sei piccino ma tu sei forte
sette volte ben piu' di me
La paura non sai cos'e' (David gnomo amico mio)
(David gnomo, David amico mio)
Sei tu il migliore amico che ci sia
(David gnomo, David amico mio)
Sei forte, sei leale, porti sempre l'allegria
(Nei miei occhi tu legger sai) David gnomo amico mio
(Come fai non racconti mai) David gnomo amico mio
(Sotto gli alberi fai la casa
ed un grillo di guardia hai tu)
Gli anni tuoi son 200 e piu' (David gnomo amico mio)
(David gnomo, David amico mio)
Sei tu il migliore amico che ci sia
(David gnomo, David amico mio)
Sei forte, sei leale, porti sempre l'allegria
(David gnomo, David amico mio) X3
(tu sei il migliore amico che ci sia)
Quattordici risposte:
?
2008-03-26 06:56:56 UTC
Oh anche io !!!



La savana è un ambiente naturale o semi-naturale caratterizzato da ampie distese erbose, più o meno alte. Con il termine savana è generalmente indicato tale ambiente in zone tropicali, dove le temperature sono elevate e le piogge hanno un andamento stagionale.



La savana è costituita principalmente di graminacee ma sono spesso presenti anche cespugli e alberi isolati (per esempio acacia, baobab o euforbia). A seconda della "dominanza" dello strato erbaceo e/o della percentuale di copertura del suolo da parte di arbusti o alberi si riconoscono ambienti di savana "aperta", anche detta savana "chiara", o di savana "boscata", anche detta savana "scura".



Si trovano aree di savana in America, in Australia e in Africa. Nelle regioni con scarsa piovosità la savana lascia il posto alla steppa.

Un elefante che si ciba di Acacia spinosa in un tipico ambiente di "savana aperta"

Un elefante che si ciba di Acacia spinosa in un tipico ambiente di "savana aperta"



Si possono comunemente distinguere i seguenti tipi di savana:



* Savana tropicale e subtropicale Le savane africane quali il Serengeti, appartengono a questo tipo.

* Savana temperata si trova in più alte latitudini con estati più umide e inverni più secchi.

* Savana mediterranea o prateria mediterranea tipica dei climi e delle regioni mediterranee, con inverni miti e moderatamente piovosi ed estati calde e asciutte. Tali ambienti sono anche presenti in alcune zone degli Stati Uniti in aree della California anche dette chaparral.

* Savana inondata sono aree di savana che vengono allagate stagionalmente o comunque in maniera periodica. Si trovano principalmente in zone tropicali o subtropicali.

* Savana montana sono praterie di altitudine piuttosto localizzate in alcune catene montuose.



Un tipico ambiente di "savana boscata"

Un tipico ambiente di "savana boscata"



In Africa occidentale e meridionale, la savana si sviluppa in regioni a clima arido, con precipitazioni scarsissime, anche grazie al vantaggio evolutivo delle specie erbacee in condizioni di estrema aridità. Nelle aree in cui le precipitazioni risultano più abbondanti, risultano anche via via più diffusi arbusti e alberi, fino a fare sì che la savana si trasformi in foresta.



Le savane erbose in Africa sono il pascolo di grandi erbivori come gnu e zebre; la crescita della foresta può, invece, essere limitata da alcune specie quali gli elefanti.



Secondo alcuni botanici, molte savane non sono degli ambienti completamente naturali essendo mantenuti tali dall'uomo. Infatti, sin da tempi molto antichi, l'uomo brucia periodicamente le savane in modo da limitare la crescita di essenze arboree. Per tale motivo gli ambienti di savana sono spesso considerati non completamente "naturali". La savana infatti, essendo un habitat ideale per i grandi erbivori, è sempre stato un ambiente di caccia privilegiato.



Attualmente esistono grandi sistemi di savana protetti, prevalentemente in Africa, che continuano a venire periodicamente bruciati, bloccando la naturale successione degli ecosistemi verso ambienti forestali, per mantenere le popolazioni di grandi mammiferi (i cosiddetti big five) ed incentivare in tal modo il turismo di massa.



Le savane africane, infatti, seppure presenti principalmente nelle regioni orientali e meridionali del continente, ospitano alcune delle specie più "famose" e considerate più caratteristiche dell'Africa.



In ottica la dispersione è un fenomeno che causa la separazione di un'onda in componenti spettrali con diverse lunghezze d'onda, a causa della dipendenza della velocità dell'onda dalla lunghezza d'onda. È spesso descritta in onde luminose, ma può avvenire in ogni tipo di onda che interagisce con un mezzo o che può essere confinata in una guida d'onda, come le onde sonore. La dispersione è anche chiamata dispersione cromatica per enfatizzare la sua dipendenza dalla lunghezza d'onda.



Esistono in generale due sorgenti di dispersione: la dispersione di materiale, che deriva dal fatto che la risposta del materiale alle onde dipende dalla frequenza e la dispersione di guida d'onda, che avviene quando la velocità dell'onda nella guida dipende dalla sua frequenza. I modi trasversi delle onde confinate in una guida d'onda finita in generale hanno velocità (e forme di campo) diverse, che dipendono dalla frequenza (ossia dalla dimensione relativa dell'onda, la lunghezza d'onda, rispetto alle dimensioni della guida).



La dispersione in guide d'onda utilizzate per le telecomunicazioni comporta la degradazione del segnale, poiché il diverso ritardo con cui le differenti componenti spettrali giungono al ricevitore, "sporca" il segnale nel tempo. Un fenomeno simile è la dispersione modale, causata dalla presenza di più modi in un guida ad una data frequenza, ognuno dei quali presenta una velocità diversa. Un caso speciale è la dispersione dei modi di polarizzazione o PMD (polarization mode dispersion) che deriva dalla composizione di due modi separati in polarizzazione che viaggiano a velocità diverse a causa di imperfezioni randomiche che spezzano la simmetria della guida.



La dispersione della luce nel vetro di un prisma è usata per costruire spettrometri e spettroradiometri. Sono utilizzati anche reticoli olografici, poiché consentono una discriminazione più accurata delle lunghezze d'onda. La dispersione nelle lenti produce l'aberrazione cromatica, un effetto indesiderato che può distorcere la immagini in microscopi, telescopi ed obbiettivi fotografici.





Un cappello a punta hai (David gnomo amico mio)

e felice nel bosco stai (David gnomo amico mio)

Le tue gote son grosse e rosse

ed il naso e' un po' all'insu'

Porti sempre una giacca blu (David gnomo amico mio)

Gli animali curare sai (David gnomo amico mio)

e del male mai non fai (David gnomo amico mio)

Sei piccino ma tu sei forte

sette volte ben piu' di me

La paura non sai cos'e' (David gnomo amico mio)

(David gnomo, David amico mio)

Sei tu il migliore amico che ci sia

(David gnomo, David amico mio)

Sei forte, sei leale, porti sempre l'allegria

(Nei miei occhi tu legger sai) David gnomo amico mio

(Come fai non racconti mai) David gnomo amico mio

(Sotto gli alberi fai la casa

ed un grillo di guardia hai tu)

Gli anni tuoi son 200 e piu' (David gnomo amico mio)

(David gnomo, David amico mio)

Sei tu il migliore amico che ci sia

(David gnomo, David amico mio)

Sei forte, sei leale, porti sempre l'allegria

(David gnomo, David amico mio) X3





Un bacione...alicia!
2008-03-26 13:59:26 UTC
Ogni mattina in africa quando sorge il sole... una gazzella muore... no! Si sveglia, una gazzella si sveglia già morta... perchè non stava già bene il giorno prima.

Chissà cosa gli hanno dato da mangiare ieri?!?!



In africa ogni mattina quando sorge il sole, un leone si sveglia e appena si sveglia comincia a correre, ma poi vede la gazzella morta il giorno prima e dice: "ma che cosa corro a fare questa mattina, la gazzella è gia qua... gia che ci sono gli do due smozzicate...
2008-03-26 13:58:33 UTC
Si, ma...

Elisabetta Tudor è considerate da molti la più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Quando divenne regina, nel 1558, aveva 25 anni: ereditò un Paese in bancarotta, spaccato da furiose discordie religiose e minacciato da Francia e Spagna. Ma con lei, che regnò quarantacinque anni, il Paese divenne una grande potenza mondiale.



Elizabeth nacque il 7 Settembre 1533 presso il Greenwich Palace. Era figlia di Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena. Per sposare Anna, il re si era distaccato dalla Chiesa di Roma, che non voleva concedergli il divorzio dalla prima moglie, Caterina d’Aragona (con la quale aveva avuto una figlia, Mary, che alla nascita di Elisabetta aveva 17 anni). Con questo nuovo matrimonio, il re si aspettava la nascita di un erede maschio. Ed invece arrivò Elisabetta, che i sudditi considerarono una figlia illegittima del re, in quanto la madre Anna era niente più che la sua concubina.(Per sposare Anna il re aveva fatto imprigionare Caterina d’Aragona). Gli inglesi dunque non accettavano la nuova famiglia reale e, fra loro, ancor più scettici erano coloro che erano rimasti fedeli alla chiesa di Roma, fra i quali Sir Thomas More e l’Arcivescovo John Fisher, che pagarono con la vita il loro dissenso.



Il re non aveva smesso di desiderare un erede maschio, ma al secondo aborto di Anna Bolena, si rese conto che ormai le speranze di realizzare il suo sogno, con quella donna, erano quasi nulle. Il secondo aborto, peraltro, coincise con la morte della prima moglie, Caterina. Il re era ormai ufficialmente vedovo e dunque anche i critici cattolici non si opponevano alle sue nuove nozze. Anna Bolena a questo punto non serviva più allo scopo di mettere al mondo un figlio maschio: occorreva dunque sbarazzarsi di lei e sostituirla con un’altra donna. La prescelta fu una dama che si occupava già dell’educazione delle sue figlie, Mary e Elizabeth: Jane Seymour. La Seymour divenne regina dopo che la Bolena fu imprigionata e giustiziata. Esattamente dodici giorni dopo l'uccisione di Anna, il re si sposò con Jane.. E con lei finalmente arrivò il tanto desiderato maschio: il principe Edward (1537).



Elisabetta intanto continuava ad essere considerata la figlia illegittima del re e qualcuno nutriva perfino dei dubbi sulla sua effettiva discendenza reale: crescendo però il dubbio svanì, dal momento che questa seconda figlia assomigliava al padre perfino molto più della prima figlia, Mary, che era l'erede legittima. Jane Seymour morì poco dopo aver dato alla luce suo figlio. Il re si sposò allora con Anna di Cleves , dalla quale velocemente divorziò, per sposare Catherine Howard, cugina di Anna Bolena, di trenta anni più giovane del re. Dopo pochi mesi la nuova regina tornò ad una sua vecchia fiamma e per questo fu uccisa e sepolta, vicino alla cugina, nella Torre di Londra. Ma fu l’ultima moglie di Enrico VIII, Caterina Parr, ad avere molta influenza sull’educazione di Elisabetta. La futura regina a dieci anni poté avere i migliori insegnanti umanisti di Cambridge, conoscere i classici latini e greci, la musica e sei lingue straniere. Alla morte di Enrico VIII, Elisabetta restò dunque con la matrigna Caterina Parr, la quale a sua volta si risposò con l’Ammiraglio Seymour, il quale accettò la piccola principessa come una figlia, riservandole però attenzioni fin troppo affettuose e chiacchierate (che Elisabetta sempre smentì).



Tra le due principesse reali non correva molto buon sangue:Mary era figlia di Caterina d'Aragona, una regina molto cattolica ed in questo ambiente aveva ricevuto la sua educazione, Elisabetta, figlia della donna per la quale il re aveva fondato una nuova religione, staccandosi da Roma, era ovviamente protestante.

Gli inglesi, qualora fosse morto Edward, senza lasciare eredi, non desideravano una regina cattolica, come sarebbe stata Mary, ma temevano lo stesso fatto che a sedere sul trono potesse essere una donna, dal momento che questa avrebbe potuto sposarsi con un principe straniero, portando in dote l’Inghilterra. Gli intrighi reali individuarono allora un’altra donna della famiglia reale, che poteva essere più adatta a succedere al trono, perché già sposata con un inglese: questa era Lady Jane Grey, cugina delle principesse reali.



Il 6 Luglio 1553 Edward, dopo una breve malattia, morì e l’intrigante Dudley, suocero di Jane Grey, riuscì a fare nominare sua nuora regina d'Inghilterra, contro la stessa volontà dell’interessata. Mary però, l'erede legittima, riuscì a far valere il suo diritto alla successione e Jane Grey fu uccisa. La vera erede dei Tudor si impossessò così della corona inglese, all’età di 37 anni. Per la sua incoronazione, Mary volle con sé la sorellastra Elisabetta, che sfilò accanto a lei per le vie di Londra, mano nella mano. In realtà le due sorelle non si vedevano da cinque anni e si odiavano: per i contrasti religiosi, ma ancor più perché Mary vedeva in Elizabeth la figlia della donna che aveva causato le sofferenze della madre Caterina.

Mary fisicamente somigliava alla madre, era esile e invecchiata prima del tempo, mentre Elisabetta aveva diciannove anni, era alta, rossa di capelli, molto somigliante a suo padre. Avevano anche due stili di abbigliamento diversi: Mary usava abiti sontuosi, belletti e gioielli, Elisabetta vestiva sempre con abiti molto sobri e non usava gioielli Mary aveva però una ragione 'di stato' per cercare di avvicinare a sé sua sorella: infatti, dal momento che aveva già 37 anni, sarebbe stato improbabile per lei avere figli, e dunque Elizabeth poteva essere la sua possibile erede.



Mary decise di sposare Filippo II di Spagna, figlio ed erede di Carlo V, con il desiderio di riportare indietro l’orologio di venti anni, perseguitando i protestanti (per questo fu chiamata Mary the Bloody, Maria la sanguinaria), fino a cancellare la riforma fatta dal padre. Vi fu una ribellione, capeggiata da Wyatt, che voleva Elisabetta sul trono, a posto della sorella. La ribellione fallì, Wyatt fu giustiziato ed Elisabetta imprigionata nella Torre di Londra, sebbene lei non perdesse occasione di scrivere alla sorella e di rassicurarla sul fatto che non era a conoscenza di questa combutta, era fedele a sua altezza e le augurava lunga vita.



A salvare la vita di Elisabetta fu, ironia della sorte, il principe Filippo, promesso sposo della sua rivale. Non per sensibilità e senso di giustizia, ma semplicemente perché temeva per la sua vita: sapeva infatti che gli inglesi ormai avevano abbracciato la religione protestante, che molte fazioni vedevano in Elisabetta una possibile erede al trono, la cui morte avrebbe potuto provocare una ribellione e mettere in pericolo la sua vita. Nel suo piano dunque, era meglio liberare Elisabetta, farla sposare con qualcuno dei suoi parenti Asburgo e assicurare così l’Inghilterra al casato. Elisabetta per lungo tempo non fu sicura della sua sorte: non era prigioniera, ma non era neanche completamente libera e sapeva che molti desideravano la sua morte. Mary si sposò dunque con Filippo, di dieci anni più giovane, ma già con un erede maschio avuto dalla prima moglie, morta di parto.



Mary restò incinta: c’era il pericolo che morisse di parto e dunque che Elisabetta fosse nuovamente considerata come l’erede naturale, al posto dell’eventuale figlio di Mary, cui Filippo avrebbe fatto da reggente. Elisabetta fu dunque finalmente invitata a Palazzo di Hampton Court. Lì le due sorelle si riconciliarono ancora una volta. In realtà Mary non era incinta. Forse lo aveva creduto a seguito delle sue preghiere, della mancanza del ciclo mestruale, di un gonfiore alla pancia causato da un tumore o da una grossa cisti ovarica.



A questo punto Filippo capì che non aveva alcun senso per lui rimanere in Inghilterra e lasciò la moglie, chiedendole di trattare bene sua sorella. Quando Mary morì, dopo tre anni, Elisabetta salì finalmente al trono (17 Novembre 1558). Iniziò così il suo regno che durerà quarantacinque anni. Elisabetta (che si faceva chiamare anche Gloriana) fu una regina dura e spregiudicata. Poiché interveniva a favore dei protestanti ed aveva firmato l'Atto di Supremazia per restaurare l'indipendenza della chiesa anglicana da Roma, il 25 febbraio 1570, fu scomunicata e deposta da papa Pio V. Questo atto rinverdì le speranze dei cattolici inglesi e scozzesi, che pensavano a Mary Stuart, regina di Scozia, come erede al trono (la quale però l'8 febbraio 1587, fu accusata di complotto e decapitata).



Elisabetta non volle mai sposarsi e per questo fu chiamata ‘la regina vergine’. In realtà amava segretamente Sir Dudley, suo favorito, il quale era anche sposato e, poco dopo l’inizio della loro relazione, si macchiò probabilmente di uxoricidio. Sposarlo dunque avrebbe rappresentato uno scandalo, o forse vi furono anche ragioni politiche per questa scelta… Elizabeth, ufficialmente, era una regina ‘single’, ma non si fece mancare altre storie. Ad esempio con Robert Devereux, suo amico d’infanzia, che lei stessa fece uccidere e della qual cosa forse si pentì. Nel periodo ‘elisabettiano’ l’Inghilterra assurse a livello di grande potenza. Nel 1584 gli inglesi si insediarono sulle coste della Virginia, così chiamata in onore di Elisabetta, regina Vergine. La guerra fra inglesi e spagnoli fu dichiarata nel 1587, anche a causa del sostegno inglese alle Province Unite di Olanda, sollevatesi contro la dominazione spagnola. Vinse l’Inghilterra, dopo la famosa vittoria sulla flotta spagnola, la Invincibile Armada. Questo è anche il periodo della pirateria inglese, di Sir Francis Drake: non importava da dove e come gli inglesi conquistassero ricchezze, tutto era consentito. Quanto alla religione invece, Elisabetta si mostrò molto tollerante e ambigua: la Chiesa ufficiale era quella di Inghilterra, di cui lei era capo supremo, ma ognuno
2008-03-26 14:20:24 UTC
renatus è contagioso...
sesil
2008-03-26 14:18:34 UTC
LA PRIMA ZUCCA

Con molta probabilità, la zucca è originaria dell'America Centrale: i più antichi semi, infatti, sono stati ritrovati in Messico e risalgono al 7000 - 6000 A.C. In Nord America la zucca era un alimento base della dieta degli Indiani sin dagli anni precedenti lo sbarco dei pellegrini sulla costa atlantica. I primi coloni impararono dagli Indiani a coltivare le zucca che, insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi importanti dopo la scoperta dell'America. >> indice





QUANTE ZUCCHE?!?!

La zucca appartiene alla grande famiglia delle Cucurbitacee, molto ricca di varietà per forma e colore. Le più conosciute sono la Cucurbita maxima (zucca dolce) e la Cucurbita moschata (zucca torta o zucca pepona), da non confondere con la Cucurbita pepo, specie cui appartengono le comuni zucchine. Nella Cucurbita maxima il frutto, la zucca per eccellenza, ha una forma voluminosa ed appiattita all'apice ed è caratterizzata da una spessa buccia verde solcata da striature longitudinali. Di grandi dimensioni (può pesare anche 80 Kg), la Cucurbita maxima presenta una polpa di colore giallo-arancio farinosa e dolciastra. La Cucurbita moschata è di forma allungata, cilindrica e ringonfia all'estremità. Di medie diemsioni, è di colore verde scuro o arancione ed ha polpa dolce e tenera. Le varietà di zucche più coltivate in Italia sono la Marina di Chioggia, molto diffusa nel Nord, e la Lunga di Napoli, coltivata soprattutto nelle regioni meridionali. >> indice





COME SCEGLIERE UNA BUONA ZUCCA

La zucca si semina in primavera e arriva a maturazione in agosto. Al momento dell'acquisto è importante che il prodotto sia fresco, ben maturo e sodo. Una zucca ha queste caratteristiche se, dandogli dei leggeri colpetti, emette un suono sordo. Il picciolo, inoltre, deve essere morbido e ben ancorato alla zucca. La buccia deve essere pulita e non deve presentare ammaccature.

Date le dimensioni e il peso, nella maggior parte dei casi la zucca si acquista tagliata a tranci, tenendo presente che buccia e semi rappresentano uno scarto del 30-35%. Se si compra una zucca a pezzi, bisogna fare attenzione che la parte tagliata ed esposta all'aria non sia asciutta, che il frutto sia ben maturo e sodo, senza punti cedevoli e che i semi siano umidi e scivolosi.

La cucurbita maxima è la varietà più versatile in cucina, quella che si presta al maggior numero di preparazioni.

Le zucche lunghe, invece, sono più adatte per essere usate nei minestroni insieme ad altre verdure.

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COME CONSERVARE LE ZUCCHE

Le zucche intere possono essere conservate per tutto il periodo invernale in ambiente buio, fresco e asciutto. La tradizione vuole che si mangino entro carnevale.

I pezzi di zucca cruda si conservano in frigorifero, nel reparto delle verdure, avvolte dentro la pellicola trasparente, e vanno consumate nel giro di pochi giorni, poiché si disidratano con facilità.

Tolta la buccia e tagliata a dadini, eventualmente scottati per qualche minuto in acqua bollente, può essere anche congelata.

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ZUCCA E BELLEZZA

Con la polpa della zucca è possibile preparare una maschera di bellezza per il viso. Schiacciate una fettina di zucca cruda e un pugnetto di semi, mescolate il tutto con un po' di miele, applicate l'impasto sul viso e lasciate in posa per qualche minuto: tutte le pelli, specie quelle grasse con i punti neri, saranno più pulite e levigate.

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ZUCCA E SALUTE

La polpa di zucca è ipocalorica (15 calorie ogni 100 grammi) grazie alla presenza al suo interno di un'alta concentrazione di acqua (94%) e una bassissima percentuale di zuccheri semplici.

Come ogni ortaggio e ogni frutto di colore giallo - arancione, la zucca è particolarmente ricca di vitamina A, di minerali quali il potassio. il calcio e il fosforo e di molte fibre. Contiene, inoltre, tanta vitamina C e betacarotene.

La zucca è indicata nella prevenzione dei tumori e per mantenere un corretto equilibrio idrico dell'organismo e delle mucose.

La polpa tritata può essere usata anche come lenitivo per infiammazioni cutanee, mentre la buccia può essere usata per piccole scottature.

I semi sono utili per prevenire e sostenere la terapia contro le disfunzioni a livello delle vie urinarie. Sono inoltre un sicuro aiuto contro la tenia.

Aggiunto al latte o al succo di frutta, l'estratto di zucca è indicato nel controllo delle nausee mattutine, dei disturbi gastrici e prostatici.

>> indice





LE PROPRIETÀ NUTRIZIONALI

Ecco le proprietà nutrizionali della zucca, riferite a 100 grammi di prodotto.
Noir27 - sicario for SM ℒ[ѕм]™
2008-03-26 14:06:01 UTC
Muahahahahahaha-!!!!! mi unisco anch'io!!!!!! x'D



L'aquila reale riveste un ruolo molto importante nella storia della simbologia europea. Per i greci era un simbolo di Zeus, colei che ne rispecchiava i valori fondamentali. Il fatto che simboleggiasse il padre degli dei fece sì che i romani la scegliessero come emblema fin dai tempi della repubblica. L'aquila verrà poi spesso ripresa da tutte le nazioni che vorranno emulare l'immagine di Roma e questo comportò quindi che essa venisse utilizzata da Carlo Magno, Napoleone, gli stati dell'Europa dell'est, Hitler, Mussolini e infine dagli USA.

La valorizzazione dell'aquila venne portata avanti in seguito dalla chiesa cattolica, che prese a sua volta spunto dal fatto che essa è simbolo di spiritualità (l'aquila è simbolo dell'evangelista Giovanni il più spirituale dei 4). Dante la riporta nel sesto canto del paradiso e ne innalza i valori. La sua strumentalizzazione nel corso della storia l'ha portata paradossalmente ad essere vista da alcuni come un'immagine negativa, in quanto utilizzata come simbolo dagli stati totalitari che devastarono l'Europa nel '900. Oggi, tuttavia, è usata comunque in molte aziende, società e paesi come simbolo di fierezza, nobiltà, divinità e orgoglio. Ultimo tra gli stati il Kazakistan, in cui l'aquila (oltre ad essere usata dagli allevatori per cacciar le volpi quando si avvicinano ai pollai) compare nella bandiera nazionale.

Un tempo l'aquila reale viveva nelle zone temperate dell'Europa, nella parte nord dell'Asia, nel nord America, nord Africa e Giappone. In molte di queste regioni l'aquila è oggi presente solamente sui rilievi montuosi, ma nei secoli precedenti nidificava anche nelle pianure e nelle foreste. È assente in Islanda e Irlanda dove è in corso un tentativo di ripopolamento con 35 uccelli rilasciati dal 2001. In Italia è presente sulla dorsale appenninica e sull'arco alpino, in rilievi della Sardegna e della Sicilia. Il limite nord dell'areale dell'aquila sono le Isole Svalbard. Fedeli per la vita, il maschio e la femmina di Aquila reale, una volta formata la coppia e conquistato un territorio, rimangono stanziali per molti anni costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o, più rararmente, fra i rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in anno, quello che sembra il più adatto. Sempre, però, i nidi sono costruiti più in basso rispetto all'altitudine di caccia, per evitare faticose risalite con la preda tra gli artigli.

Il controllo del territorio, che varia da 40 a 180 km quadrati, viene effettuato equamente tra maschio e femmina e, il più delle volte, si limita a manifestazioni aeree (voli a festoni, volteggi) lungo il confine del territorio stesso per segnalare alle altre aquile quali siano gli effettivi confini.



Affascinante, invece, il volo del rituale di accoppiamento che avviene in marzo: la cosiddetta danza del cielo, che prosegue per vari giorni, vede impegnati entrambi gli individui in spettacolari evoluzioni che spesso la femmina compie in volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, o con scambi di preda in volo o giri della morte.



La danza viene alternata ai lavori di restauro dei nidi e solo alla fine verrà scelto quello definitivo. Questi raggiungono spesso i due metri di diametro e, anche a causa delle annuali ristrutturazioni, possono avere uno spessore di un metro.



All'accoppiamento, che avviene sempre a terra, segue la deposizione delle uova (gennaio nelle zone più calde e maggio in quelle più fredde) solitamente due a distanza di 2 - 5 giorni l'una dall'altra. In questo periodo il maschio è poco presente, per ricomparire immediatamente alla schiusa (dopo 43 - 45 giorni di cova) per portare cibo sia alla madre che ai due piccoli dei quali, solitamente, solo uno sopravvive.



Dopo due mesi i pulcini diventano aquilotti ed iniziano ad esercitarsi nel volo sul bordo del nido. Spiccano il primo volo a 75 giorni e dopo 160 - 170 dalla nascita diventano indipendenti: in questo periodo vengono portati dai genitori fuori dai confini del territorio natale e diventano nomadi fino a quanto, verso i 3 - 6 anni, ormai in grado di procreare, costituiranno un nuovo nucleo famigliare. L'aquila ha a disposizione due modi per cacciare: all'agguato e in volo, solitamente cerca di sorprendere le prede. Di solito cacciano in due: un'aquila vola bassa per mettere paura la preda e l'altra dall'alto cerca di catturarla.

Durante il giorno l'aquila sta molto tranquilla, tranne nella parte centrale della giornata.

Molte aquile hanno una tendenza a spostarsi verso le zone più calde. L'aquila si alimenta di mammiferi ed uccelli, a seconda delle zone. In certe zone anche di rettili.

Tra i mammiferi preferisce i roditori, lepri, marmotte, conigli selvatici e scoiattoli.

Invece tra gli uccelli, si nutre soprattutto di galliformi e anche di carogne in inverno. Tra i rettili preda serpenti, tartarughe (che cattura e sfracella sulle rocce) e talvolta, se non trova di più, ramarri e altri sauri. Spesso i due partner cacciano insieme e giocano con la preda. I giovani devono consumare molto cibo, ma spesso solo un piccolo, il primo nato, sopravvive poiché si accaparra tutto il cibo.

L'aquila può sollevare 18 kg di preda, quasi tre volte il suo peso massimo. L'aquila è in diminuzione in molte aree a causa di persecuzione; dov'è protetta è in aumento.



È presente in maggior parte, nelle Alpi (200 coppie di nidificati), negli Appennini (50 coppie), in Sicilia (10 coppie) e Sardegna (30 coppie).

La popolazione è in lento aumento in Italia, Bulgaria, Turchia, Africa settentrionale, Penisola arabica, Cina, Ucraina e Scozia. La popolazione statunitense, canadese, giapponese, greca e scandinava ha registrato un maggiore incremento. In decremento sono le aquile di Spagna e Corea, mentre in Uzbekistan sembra prossima alla scomparsa. I principali fattori che colpiscono questa specie sono: il disboscamento, la caccia e la cattura dei nidiacei. Quest'aquila è colpita dal fenomeno della cattura dei nidiacei, nonché dal disboscamento.



Spero che le aquile ti interessino!!!! x'D buona lettura!!!! muahahauahauhauahauhahahah!!!!!!!!!!
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2008-03-26 14:05:59 UTC
Può darsi che tu sia mestruato/a. Capita di fare cose strane.
2008-03-26 14:05:11 UTC
o____________O



eppure a livorno non c'è mica tutta questa aria malsana..



muahahahahhahahaahhahahah
● Eddie Vedder is God ● VG
2008-03-26 14:00:19 UTC
nn sn riuscito a leggere tt la domanda quindi nn ho capito cosa vuoi!!:):):)ciaoo
Morwen
2008-03-26 13:57:34 UTC
molto interessante xD

ihihihih :P
dionaea
2008-03-26 13:56:43 UTC
sarà la sindrome CUCURUCUCU'
2008-03-26 18:02:34 UTC
e non tutti sapevate che



Fauna è un termine collettivo utilizzato per indicare l’insieme delle specie animali che risiedono in un dato territorio o in un particolare ambiente, oppure appartenenti ad un determinato taxon o viventi in un preciso periodo storico o geologico. Il nome deriva dall’omonima figura mitologica, la dea romana Fauna. Il termine corrispondente usato in botanica per le piante è la flora.

ESEMPI:

* Per territorio:



Fauna sarda, alpina, italiana, mediterranea, europea, euro-asiatica, circum-boreale, africana, australe ecc.



* Per ambiente:



fauna abissale, costiera, marina, dulcicola, insulare, montana, desertica, steppica, cavernicola, termofila (fauna calda), microterma (fauna fredda), ecc.



* Per gruppo sistematico:



avifauna, ittiofauna , mammalofauna, ecc.



* Per periodo storico/geologico:



Fauna medievale, preistorica, pleistocenica, cenozoica ecc



Concetto scientifico di fauna



Sebbene la definizione sopra indicata sia la più diffusa e comunemente accettata, molti studiosi sono concordi con il pensiero di La Greca, secondo cui, in senso scientifico e naturalistico, il concetto di fauna risulta essere molto più complesso e ne offre una definizione più dettagliata che può essere presa come spunto per ulteriori analisi e riflessioni:



"La fauna è costituita dall’insieme di specie e di popolazioni animali, vertebrati ed invertebrati, residenti in un dato territorio, stanziali o di transito abituale, ed inserite nei suoi ecosistemi; essa, costituitasi in seguito ad eventi storici (paleogeografici e paleoclimatici), comprende le specie autoctone e le specie immigrate divenute ormai indigene, come pure le specie introdotte dall’uomo o sfuggite ai suoi allevamenti ed andate incontro ad indigenazione, perché inseritesi autonomamente in ecosistemi appropriati; non fanno parte della fauna gli animali domestici e di allevamento."



Questa definizione di fauna si basa su tre aspetti fondamentali che la caratterizzano: la dinamicità, la storicità e l’interattività.



La fauna di un territorio, infatti, non è statica ma dinamica, cioè muta col trascorrere del tempo a causa dei processi di estinzione, evoluzione, speciazione e sostituzione, determinati da fattori naturali e, in tempi storici, sempre più antropici. La fauna attuale può essere così considerata il residuo di faune del passato, ognuna con una sua storia ben precisa e strettamente connessa agli eventi paleogeografici (movimenti tettonici, vulcanismo, evoluzione geomorfologica, pedogenesi, ecc.) e paleoclimatici (varazioni del clima, aridità, glaciazioni ecc) avvenuti in quel territorio.

Molto importante è anche l’interattività: per appartenere ad una fauna una specie o una popolazione deve far parte integrante dell’ecosistema che la ospita, si deve automantenere e trovare perfettamente inserita in una catena alimentare e quindi all’interno di quei flussi energetici che regolano gli equilibri di quell’ecosistema. Per questo motivo ne fanno parte soltanto le specie stanziali o di transito abituale (animali migratori che ritornano in quel luogo più o meno regolarmente) e sono da escludere le specie avvistate eccezionalmente e le forme domestiche e di allevamento, elementi estranei ai meccanismi regolatori di quella biocenosi. Il concetto di fauna, inteso sempre scientificamente, equivale pertanto al termine di "fauna selvatica", poiché, per i motivi appena citati, non può esistere una "fauna domestica".



Gli elementi costituenti la fauna di un territorio possono così essere distinti in due categorie: le specie autoctone e le specie indigenate.

Le specie autoctone sono quelle originariamente presenti nella regione, che hanno quindi subito una speciazione in situ a partire da elementi forniti dal territorio stesso. Appartengono a questa categoria le specie endemiche.

Le specie indigenate sono quelle originatesi in altri regioni e che, successivamente, sono immigrate in quel territorio, trovando degli ecosistemi adatti al proprio mantenimento ed inserendosi nei flussi energetici che ne regolano l’equilibrio. L’introduzione può avvenire naturalmente (una specie che allarga il suo areale) o per cause antropiche. Quest’ultime possono essere suddivise in:



* accidentali - animali che sfuggono agli allevamenti (ad es. la nutria e il visone americano per la fauna italiana)

* intenzionali – come il Persico trota e le numerose specie ittiche importate dal nord america e altri continenti per popolare le acque interne italiane per la pesca sportiva e a pagamento.



Un ultima analisi della definizione di La Greca, ci permette di notare come sia stata volontariamente sottolineata la presenza degli invertebrati all’interno dell’assetto costitutivo di una fauna. Questa ridondanza (gli invertebrati sono già inclusi nella definizione di animali) deriva dalla speranza di poter smontare una concezione sbagliata che in passato (e soprattutto in Italia) ha portato, in ambito legislativo, ad ignorare l’importanza degli insetti e di altri invertebrati nel caratterizzare le comunità animali, focalizzando l’attenzione soltanto sui vertebrati e sulle relative esigenze riguardanti le attività di caccia e di pesca.
odiosa, pedantesca & acida
2008-03-26 14:11:52 UTC
ti sei mangiato un trip?

e vedi i mostri??
l'arciere
2008-03-26 13:56:34 UTC
Mito


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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