Domanda:
non ho sonno........raccontatemi qualcosa di lungo e noioso!!!!!!!!!!!?
?
2008-02-25 15:53:52 UTC
non ho sonno........raccontatemi qualcosa di lungo e noioso!!!!!!!!!!!?
Sedici risposte:
anonymous
2008-02-25 16:11:35 UTC
mmm nn so ke dirti !!

sn triste xche nn trovo il ragazzo giusto x me.. sto male ancora x il mio ex ragazzo.. ecc ecc :( nn e molto lungo ma e noioso haahah

bacini :)
ric giambo
2008-02-25 16:01:44 UTC
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Buonanotte
Il bravo ragazzo di Answers
2008-02-25 15:58:47 UTC
SOCIALISMO

Ampio complesso di ideologie e orientamenti politici.



DALL'UTOPIA ALL'ORGANIZZAZIONE. Dal 1830 il termine fu utilizzato per indicare le idee di gruppi che volevano un nuovo ordine basato su una concezione economica e sociale dei diritti dell'uomo. I gruppi principali facevano capo a Saint-Simon e Fourier in Francia e a Owen in Inghilterra. Definiti da L.A. Blanqui e da K. Marx socialisti utopisti, essi auspicavano una regolamentazione collettiva della vita sociale in base a princìpi cooperativi nonché lo sviluppo della produzione e la distribuzione della ricchezza attraverso fattori socializzanti nell'educazione dei cittadini. Nessuno di essi prevedeva che questa società di produttori potesse nascere attraverso il conflitto tra le classi; questo fattore era stato invece individuato da Babeuf durante la Rivoluzione francese. A lui si ispiravano club e società democratiche rivoluzionarie in Francia e in Inghilterra agli inizi dell'Ottocento. Attorno al 1840 emerse l'uso del termine "comunista": in Francia esso derivava da "comune" come unità di autogoverno locale e più tardi è utilizzato per indicare le idee di Etienne Cabet sull'uso comune dei beni e sulla proprietà collettiva. In questo senso entrò nel nome della Lega dei comunisti (1847) e nel Manifesto del partito comunista (1848) di Marx ed Engels. La repressione delle rivoluzioni europee del 1848 costrinse alla clandestinità o all'esilio gli esponenti delle correnti rivoluzionarie e della massima parte delle organizzazioni sindacali. Solo in Gran Bretagna si svilupparono le Trade Unions, benché limitate agli operai qualificati; le cooperative, inizialmente ispirate da R. Owen e dai "pionieri di Rochdale", abbandonarono ogni legame col socialismo e assunsero dovunque caratteri di collaborazione di classe. Da questa stasi del socialismo europeo si distaccò la Russia ove, dopo la morte di Nicola I (1855), emersero le personalità di A. Herzen, che per primo si propose di elaborare idee di eguaglianza socialista in modo aderente alle condizioni della società russa, di N.G. Cernysevskij e di P.L. Lavrov, considerato l'ispiratore del populismo russo. La ripresa del socialismo europeo dopo il 1860 fu dovuta all'opera di Ferdinand Lassalle in Germania (che promosse l'Associazione generale degli operai tedeschi) e dalla fondazione dell'Associazione internazionale dei lavoratori (prima Internazionale, Londra 1864), sorta come organismo di collegamento tra gli operai inglesi e francesi ed entrata in crisi con la repressione della Comune di Parigi e quindi scioltasi a Filadelfia nel 1876 dopo la decisione del congresso dell'Aia (1872) di trasferirne la sede negli Usa. Il paese decisivo per l'affermazione della versione del socialismo di Marx ed Engels fu la Germania, il cui Partito socialdemocratico (1875), perseguitato da Bismarck fino al 1890, costituì da allora fino alla prima guerra mondiale il punto di riferimento per i socialisti europei grazie alla sua organizzazione e all'intensità del dibattito teorico. Nell'ultimo quarto dell'Ottocento si diffusero i partiti socialisti di ispirazione latamente marxista. In Italia, l'egemonia di Mazzini nel movimento democratico fu scalzata dagli anarchici, ma l'influenza bakuniniana declinò di fronte agli insuccessi degli anni settanta e lasciò posto a gruppi che si indirizzarono verso la creazione di un Partito socialista (1892). Forte fu l'ascendente anarchico in Spagna, ma l'organizzazione fu travolta nella repressione delle insurrezioni dei primi anni settanta e il movimento fu costretto alla clandestinità; nel 1879 nacque il Partito socialdemocratico spagnolo. Nel 1882 fu fondato il Parti ouvrier di J. Guesde in Francia; nel 1883 la Federazione socialdemocratica di H.M. Hyndamn in Gran Bretagna (e negli anni seguenti la Società fabiana e l'Independent Labour Party); l'Emancipazione del lavoro (embrione del partito socialdemocratico) di G.V. Plechanov e P.B. Aksel'rod nacque in Russia nel 1883; partiti socialdemocratici si formarono in Norvegia (1887), in Svizzera (1888), in Svezia e in Olanda (1889) e infine, nel 1892, in Polonia e Finlandia. Negli Stati uniti l'American Socialist Party (1901), in forte polemica con il Socialist Labor Party, ebbe una particolare fortuna nel primo decennio del XX secolo ma subì successivamente un declino che impedì la rinascita di un movimento marxista di massa negli Usa. La dottrina cui si ispiravano questi partiti, pur variamente intesa nei diversi contesti nazionali, si indirizzò come fine ultimo alla trasformazione della proprietà privata in proprietà sociale e individuava nell'azione politica dei lavoratori lo strumento principale della lotta per questo obiettivo (programma di Erfurt). Nel 1890 fu fondata la seconda Internazionale come libera federazione di partiti nazionali, dotata di scarso potere per condizionare gli associati, ma nel 1914 il conflitto internazionale sconfisse la mobilitazione pacifista e lo scoppio della prima guerra mondiale provocò la dissoluzione dell'Internazionale.



LA CONTRAPPOSIZIONE TRA SOCIALDEMOCRAZIA E COMUNISMO. La rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia aprì un nuovo periodo anche nella storia del socialismo. La dottrina bolscevica era incompatibile col socialismo parlamentare elaborato dai partiti socialdemocratici e con i princìpi ispiratori di alcuni dei movimenti rivoluzionari esplosi in Europa nell'immediato dopoguerra. In Russia il socialismo, da fase di transizione, divenne dopo la morte di Lenin una forma di stato caratterizzata dallo svuotamento delle iniziali istanze di democrazia. A tutela della loro egemonia sui partiti che li presero a modello i bolscevichi promossero la fondazione della terza Internazionale che doveva guidare i partiti nati dalle scissioni dei vari socialismi nazionali. I decenni tra le due guerre mondiali furono dunque dominati nel movimento operaio di ispirazione socialista dalla contrapposizione tra la componente socialdemocratica e quella comunista, ispirata alla teoria del socialismo in un solo paese; il contrasto fu interrotto dalle proposte di Fronte popolare del VII congresso dell'Internazionale. Nell'epoca dominata dai fascismi il prestigio della Russia e del suo capo, Stalin, fu molto forte e condizionante, in particolare nei paesi dell'Europa orientale e balcanica. Al termine della seconda guerra mondiale, dissoltasi la grande alleanza antifascista a livello internazionale, il conflitto tra socialisti e comunisti si inserì nella contesa fra stati. I partiti comunisti seguirono in linea generale una stretta ortodossia rispetto a Mosca almeno fino al 1956, dopo la morte di Stalin e l'invasione sovietica dell'Ungheria. Solo con gli anni sessanta, dopo la morte di P. Togliatti (1964), il Partito comunista italiano enucleò una sua linea di crescente indipendenza, formalizzata nei primi anni settanta da E. Berlinguer. Nei paesi dell'Europa orientale i tentativi di rinnovamento furono duramente repressi sia a Praga che in Polonia. I partiti socialdemocratici in alcuni governi dei paesi occidentali si fecero i promotori di una politica di nazionalizzazioni, nel quadro di un'economia mista, tesa ad assicurare la redistribuzione del reddito e forme di assistenza sociale (vedi welfare state). Nei paesi del Terzo mondo la diffusione delle ideologie socialiste coincise con la nascita dei movimenti di indipendenza nazionale e specialmente nel secondo dopoguerra, quando l'adesione ideologica comportò l'appoggio politico-militare dell'Urss, furono numerosi i movimenti nazionali che assunsero una coloritura socialista, soprattutto nei paesi africani. Nell'estremo Oriente, viceversa, il movimento socialista fu condizionato politicamente e ideologicamente dal movimento comunista guidato da Mao Zedong, la cui ideologia agli inizi degli anni sessanta ambì a presentarsi come una concezione alternativa sia al movimento operaio occidentale sia al movimento comunista d'osservanza sovietica. Dalla metà degli anni ottanta la crisi economica e sociale dell'Urss e dei paesi dell'est europeo e il crollo del sistema di potere interno e internazionale sembrano aver chiuso con un fallimento completo la storia di quello che era stato definito il "socialismo reale".

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PIU' LUNGO E NOIOSO DI QUESTO...

kip1on: MA IL TUO PENE OLTRE AD ESSERE LUNGO È ANCHE NOIOSO?
anonymous
2008-02-25 16:01:35 UTC
Strano, eppure stasera c'era il festival in tv!
rihanna
2008-02-25 16:01:23 UTC
C'era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva piu' cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poichè le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso.

Un giorno sua madre le disse:

- Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Mettiti in via prima che faccia troppo caldo; e, quando sei fuori, va' da brava, senza uscir di strada; se no, cadi e rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote. E quando entri nella sua stanza, non dimenticare di dir buon giorno invece di curiosare in tutti gli angoli.

-Farò tutto per bene, - disse Cappuccetto Rosso alla mamma e le diede la mano.

Ma la nonna abitava fuori, nel bosco, a una mezz'ora dal villaggio. E quando giunse nel bosco, CappuccettoRosso incontrò il lupo. Ma non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura.

- Buon giorno, Cappuccetto Rosso, - egli disse.

- Grazie, lupo.

- Dove vai cosi presto, Cappuccetto Rosso?

- Dalla nonna.

- Cos 'hai sotto il grembiule?

- Vino e focaccia: ieri abbiamo cotto il pane; così la nonna, che è debole e malata, se la godrà un po' e si rinforzerà.

- Dove abita la tua nonna, Cappuccetto Rosso?

- A un buon quarto d'ora di qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c'è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già, - disse Cappuccetto Rosso.

Il lupo pensava: " Questa bimba tenerella è un grasso boccone, sarà piu' saporita della vecchia; se sei furbo, le acchiappi tutt'e due". Fece un pezzetto di strada vicino a Cappuccetto Rosso, poi disse:

- Vedi, Cappuccetto Rosso, quanti bei fiori? perché non ti guardi intorno? Credo che non senti neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne vai tutta contegnosa, come se andassi a scuola, ed è così allegro fuori nel bosco!

Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e quando vide i raggi di sole danzare attraverso gli alberi, e tutto intorno pieno di bei fiori, pensò: " Se porto alla nonna un mazzo fresco, le farà piacere; è tanto presto, che arrivo ancora in tempo ". Dal sentiero corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva c
Jajo
2008-02-25 16:00:48 UTC
qualcosa di noioso?vediamo un pò....potrei raccontarti la mia vita....oppure il film che ho visto stasera al cinema......oppure l' ultimo litigio con la mia migliore amica....oppure la storia del mio ex.....la storia del mio gatto.....quella del mio scoiattolo....del mio cane....o dell'altro mio cane.....o dei miei pesci rossi....o della propaganda elettorale che ho seguito oggi.....o la mia giornata.....o l' ultima lezione di lettere.....boh.....cosa preferisci?
kayla sognatrice
2008-02-25 15:57:28 UTC
guardati la replica della prima serata sanremese e vedrai...sogni sfavillanti..o incubi? :)
anonymous
2008-02-25 16:07:35 UTC
«Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà»

Queste sono le parole usate da Dino, protagonista de La noia, per dare sfogo ad una visione esistenziale propria, sottomessa alle sfaccettature della particolarità di un carattere strano, il suo. Si viene, così, facilmente catapultati nel mondo fatto prosa, in un'opera assai incisiva all’interno del mare magnum della produzione moraviana. Pubblicato nel 1960, La noia ottenne lo stesso successo de Gli indifferenti e de La romana, vincendo, nel 1961, il meritato Premio Viareggio.

Non è difficile decifrare la personalità di Dino, il quale, narrando di sé nelle pagine del prologo, conduce senza deviazioni ai personaggi di Svevo, alienati dalla società e incapaci di vivere serenamente. I termini scelti per ritrarre con parole lineamenti e fattezze proprie, nel protagonista rivelano una certa, inequivocabile frustrazione: «Io non sono bello essendo precocemente calvo, con un volto per lo più fosco e grigio». E grigia e fosca, evidentemente, appare dall’inizio anche la sua vita.

Alberto Moravia, La noia
anonymous
2008-02-25 16:01:46 UTC
se vuoi ti racconto la storia della mia vita in ogni minimo dettaglio da kuando sn nata anzi da kuando ero ankora un feto fino ad ora ke mi mankano 6 mesi x i 16 anni xDDD
tiberix12
2008-02-25 16:00:12 UTC
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ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
TESTA DI C@ZZO
2008-02-25 15:56:59 UTC
my penes is long
Valentina +1
2008-02-25 17:13:26 UTC
Apocalisse di Giovanni

1

1Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. 2Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. 3Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.



4Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, 5e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.



A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 6che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.



7Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;

anche quelli che lo trafissero

e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto.



Sì, Amen!



8Io sono l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!



9Io, Giovanni, vostro fratello e vostro compagno nella tribolazione, nel regno e nella costanza in Gesù, mi trovavo nell'isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza resa a Gesù. 10Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: 11Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Èfeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa. 12Ora, come mi voltai per vedere chi fosse colui che mi parlava, vidi sette candelabri d'oro 13e in mezzo ai candelabri c'era uno simile a figlio di uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d'oro. 14I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, 15i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. La voce era simile al fragore di grandi acque. 16Nella destra teneva sette stelle, dalla bocca gli usciva una spada affilata a doppio taglio e il suo volto somigliava al sole quando splende in tutta la sua forza.



17Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo 18e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi. 19Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle che sono e quelle che accadranno dopo. 20Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d'oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese.



2

1All'angelo della Chiesa di Èfeso scrivi:



Così parla Colui che tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d'oro: 2Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza, per cui non puoi sopportare i cattivi; li hai messi alla prova - quelli che si dicono apostoli e non lo sono - e li hai trovati bugiardi. 3Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. 4Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo amore di prima. 5Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti e compi le opere di prima. Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto. 6Tuttavia hai questo di buono, che detesti le opere dei Nicolaìti, che anch'io detesto.



7Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell'albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.



8All'angelo della Chiesa di Smirne scrivi:



Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed è tornato alla vita: 9Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tuttavia sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono alla sinagoga di satana. 10Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita.



11Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte.



12All'angelo della Chiesa di Pèrgamo scrivi:



Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli: 13So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testimone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di satana. 14Ma ho da rimproverarti alcune cose: hai presso di te seguaci della dottrina di Balaàm, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla fornicazione. 15Così pure hai di quelli che seguono la dottrina dei Nicolaìti. 16Ravvediti dunque; altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca.



17Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò la manna nascosta e una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all'infuori di chi la riceve.



18All'angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi:



Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. 19Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. 20Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli. 21Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza. 22Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. 23Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere. 24A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi; 25ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno. 26Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere,



darò autorità sopra le nazioni;

27le pascolerà con bastone di ferro

e le frantumerà come vasi di terracotta,



28con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino. 29Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.



3

1All'angelo della Chiesa di Sardi scrivi:



Così parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e le sette stelle: Conosco le tue opere; ti si crede vivo e invece sei morto. 2Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire, perché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3Ricorda dunque come hai accolto la parola, osservala e ravvediti, perché se non sarai vigilante, verrò come un ladro senza che tu sappia in quale ora io verrò da te. 4Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non hanno macchiato le loro vesti; essi mi scorteranno in vesti bianche, perché ne sono degni. 5Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. 6Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.



7All'angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi:



Così parla il Santo, il Verace,

Colui che ha la chiave di Davide:

quando egli apre nessuno chiude,

e quando chiude nessuno apre.



8Conosco le tue opere. Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, pure hai osservato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. 9Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana - di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono -: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato. 10Poiché hai osservato con costanza la mia parola, anch'io ti preserverò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. 11Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. 12Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo. 13Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.



14All'angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:



Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: 15Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. 17Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla", ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. 19Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. 20Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. 21Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. 22Chi h
Alexander
2008-02-25 15:58:29 UTC
guarda la tv che sicuramente ti addormenti.

estremamente soporifera.

ciauz.
Kuriosa
2008-02-25 16:20:11 UTC
Attraverso la psicogenetica correlata all'oscurantismo del progetto semplicistico pseudo-minimalista, nel contesto del surreale applicato al principio della metafisica semplice, si può correlare l'essenza della problematica social-democratica allineata alla sottocultura dell'odierno conformismo, pur senza individualizzazione del post-moderno, apportando il recente revanscismo nella dinamica della ricaptazione della serotonina.



EHI, dormi già? Non avevo finito....
Sfizioso
2008-02-25 16:17:24 UTC
La filosofia (dal greco φιλείν (fìleìn) = amare e σοφία (sofìa) = sapienza, cioè amore per la sapienza) è genericamente definita come lo studio della possibilità e dei limiti della conoscenza umana, nonchè l'analisi dell'uomo in quanto soggetto di questa conoscenza, considerato in sè stesso e nella sua relazione, teorica e pratica, con l'oggetto conosciuto.

Il pensiero filosofico occidentale nasce dalla "meraviglia" diceva Aristotele e cioè quando l'uomo comincia ad interrogarsi su chi sia egli stesso e il mondo che lo circonda. Questo che in filosofia viene definito il problema del rapporto tra il soggetto e l'oggetto viene trattato secondo due aspetti: il primo è quello della filosofia teoretica secondo la quale si vuole conoscere l'oggetto, il secondo è quello della filosofia pratica o morale o etica quando si vuole sapere come comportarsi, come agire nei confronti di quell'oggetto che presumo sia un individuo come io lo sono.

In vero la definizione della filosofia rimane un problema filosofico di per sè. Ma ancor più problematica risulta la questione del "cominciamento" filosofico, ovvero del suo stesso fondamento e della possibilità della ricerca filosofica come tale. Se la filosofia indaga se stessa dialetticamente, dove possiamo collocare il suo domandare?

Si tratta di uno studio che viene compiuto formulando linguisticamente i problemi, offrendone la soluzione e giustificandola, ed usando procedure rigorose per argomentarla. È inoltre lo studio dei principî primi e delle ragioni ultime.

Non avendo la filosofia un campo materiale d'indagine specifico, come le scienze empiriche, può essere considerata sia in chiave storica che sistematica, come "madre delle scienze".

Per semplificità, potremmo dire che quella esposta inizialmente è la visione "attuale" della filosofia (o, meglio ancora, di una delle parti dominanti dell'attuale panorama filosofico, quello della filosofia analitica di matrice angloamericana). Ma, in origine, le cose stavano ben diversamente (si veda al riguardo la posizione di un filosofo come Raimon Panikkar o degli storici della filosofia Pierre Hadot, Christoph Horn e Giovanni Reale): la filosofia che, come riportato in seguito, nasce come "amore della saggezza", è tutt’altro che un'attività meramente intellettuale, ma è al contrario finalizzata espressamente al vivere bene (il concetto di saggezza non è mai stato qualcosa di soltanto intellettuale).

La filosofia, che nasce (con la sola eccezione dei presocratici) in comunità di vita molto simili a quelli che saranno successivamente i monasteri cristiani, parte dall'accettazione e dalla condivisione di un certo modo di vivere (lettura e studio a una determinata ora, mangiare o dormire insieme al maestro, vestire in un certo modo) orientato ad un ben preciso fine, che quasi sempre ha a che fare con la giusta disposizione dell'animo (serenità, atarassia), pur se in modi apparentemente molto distanti tra loro (ad esempio, il piacere per gli epicurei, il dovere per gli stoici). Chiaro al riguardo Aristotele quando afferma che non siamo sani fisicamente per il fatto che studiamo la medicina, ma per il fatto che la applichiamo al nostro corpo.





Stanza dei filosofi dei Musei Capitolini di RomaPer contro, la filosofia non rinchiude l'uomo in un egotismo maniacale. La progressiva specializzazione dei saperi (accelerata dalla nascita della scienza galileiana) ha infine condotto alla separazione degli ambiti, per cui oggi si può parlare di estetica, filosofia morale, gnoseologia: si è trattato quindi di un'evoluzione (quanto si tratti di una negazione del senso originario è attualmente oggetto di dibattito) della filosofia, spinta in buona parte (secondo l'analisi di Hadot) dal passaggio dell'insegnamento della filosofia alle istituzioni statali (passaggio che, facendo perdere l'importanza della vita in comune, ha ridotto la filosofia a dottrina intellettuale, qualcosa che può essere appreso tramite la mera lettura di alcuni libri).



Al di là di queste considerazioni di ordine storico, ancora oggi la filosofia studia la formazione di concetti come quello dell'esistenza, del bene, della conoscenza, e della bellezza, e cerca di rispondere a domande come Cos'è il bene?, o Come è possibile conoscere?.



L'uso popolare della parola "filosofia" ha conservato questo aspetto originario: essa è infatti usata spesso per indicare la saggezza, o una prospettiva di vita (una "filosofia di vita"), o principi basilari dietro al metodo per raggiungere un obiettivo (come in "la mia filosofia di guida dell'auto..."). Si tratta di significati diversi da quello accademico odierno, che viene trattato nel seguito di questo articolo.





Morte di SocrateOriginariamente, "filosofia" significava "l'amore per la saggezza". "Philo-" deriva dalla parola greca φιλο-, che significa amore, e "-σοφια", dal greco sophia, o saggezza. Pare che l'introduzione del termine "filosofia" sia da attribuire al pensatore greco Pitagora, che avrebbe coniato questo termine per indicare la ricerca del sapere da parte dell'uomo, dunque philo-sophos (mentre solo gli dei possederebbero pienamente la sofia) (vedi Diogene Laerzio: "De vita et moribus philosophorum", I, 12; Cicerone: "Tusculanae disputationes", V, 8-9). Questa attribuzione è certamente basata su un brano di un libro perduto di Eraclide Pontico, discepolo di Aristotele. È una delle note leggende pitagoriche di questo tempo. Di fatto il termine "filosofia" non venne usato molto prima di Platone. Il termine "filosofo" sostituisce il termine "sofista" (da sophoi), usato all'epoca di Socrate per descrivere gli insegnanti di retorica a pagamento, le cui tecniche oratorie erano molto richieste dalla classe politica rampante della democrazia ateniese, che ben sapeva quanto le parole possono convincere il popolo più delle azioni. I sofisti accettavano denaro come compenso del loro insegnamento filosofico (cosa da cui tutti gli altri filosofi prendevano le distanze, accettando solo per sopravvivere offerte modestissime da parte degli allievi), ed il loro metodo era basato spesso su sottigliezze linguistiche – cfr. eristica - finalizzate alla vittoria sull'interlocutore piuttosto che al genuino incontro filosofico.

Come nacque e soprattutto quando nacque la filosofia è tuttora uno dei dibattiti storici di maggior rilievo, tanto da aver creato due correnti di pensiero opposte che vantano entrambe nomi illustri e fondamenta storiche all'apparenza inespugnabili. Infatti ci sono due tesi che si contrappongono per decretare dove la filosofia nacque: questi sono gli "orientalisti" e gli "occidentalisti".



Gli orientalisti dichiarano che la filosofia abbia avuto origini in oriente circa nel 1300 a.C., e che la stessa filosofia greca (quella che per gli occidentalisti rappresenta la nascita di questa disciplina) derivi dall'antico pensiero sviluppatosi in Asia. A supporto della loro tesi è la prova dei molti rapporti commerciali tra i greci e queste popolazioni che erano assai più sviluppate dell'allora intero mondo europeo: basti pensare nel XII secolo a.C. gli egizi distinguevano già la medicina dalla magia usando il metodo diagnostico e facevano progressi in campo matematico (come i babilonesi) e i caldei già nel 2000 a.C. erano in possesso di documenti di studio sui corpi celesti. Ma le motivazioni degli orientalisti vanno ben oltre le documentazioni sui contatti commerciali dei greci e sulle molteplici invenzioni degli orientali poiché secondo questa corrente di pensiero il pensiero inteso come riflessione e quindi filosofia era già in uso della religione induista, buddista e secoli dopo dal confucianesimo.

Gli occidentalisti sono invece coloro che pensano che la filosofia sia nata in Grecia, e più precisamente a Mileto, loclità dell'Asia minore, nel VI secolo a.C. Quindi smontano le affermazioni dell'altra parte sostenendo che che le "filosofie" orientali non sono vere e proprie filosofie ma religioni per 3 motivi:

Anche se erano basate in un principio di pensiero venivano poste come verità indiscutibili.

Erano conosciute solo da un gruppo ristrettissimo di persone, i cosiddétti "sacerdoti".

Non erano utilizzabili per scopi pratici: servivano ideologicamente per il raggiungimento di vite ultraterrene o proprietà inumane e di conseguenza non erano utili per nessun scopo pratico.

Oggi tra le due correnti si preferisce quella occidentalista che vede in Grecia la nascita e lo sviluppo della Filosofia.

Come ogni campo di studio accademico, la filosofia si suddivide in numerose sottodiscipline. La filosofia sembra avere un numero particolarmente alto di discipline, in larga parte a causa del fatto che esiste una tendenza a sviluppare una "filosofia di", per quasi tutto ciò che viene studiato. I neofiti di questa materia sono di norma invitati a prestare particolare attenzione a logica, metafisica, filosofia della mente, filosofia del linguaggio, epistemologia, filosofia della scienza, etica e filosofia politica, in quanto (certo, discutibilmente) "discipline centrali" della filosofia.



Epistemologia: il concetto di epistemologia rimanda a due diversi significati. Da un lato, soprattutto nel mondo anglosassone, viene usato per riferirsi alla disciplina filosofica che si occupa della natura, dei limiti e della validità della conoscenza e in questo senso è sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza. Dall'altro lato, in ambito italiano ed europeo, viene usato per riferirsi alla riflessione filosofica sulla scienza e in questo caso è sinonimo di filosofia della scienza.

Estetica
Loretta T
2008-02-25 16:01:16 UTC
di lungo e noioso in questo momento non mi viene in mente nulla, però so di certo che fra 10 minuti andrò a nanna, contrariamente a te, ho sonno!

Mi spiace bacioni e buonanotte prova a dormire e se non riesci accendi la tv su un programma noioso almeno forse ti concilierà il sonno.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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