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La tornieria (Tornieria africana) è un grande dinosauro erbivoro vissuto in Africa orientale nel Giurassico?
Cuccuruccucu
2008-03-26 05:58:43 UTC
La tornieria (Tornieria africana) è un grande dinosauro erbivoro vissuto in Africa orientale nel Giurassico superiore (Kimmeridgiano, circa 150 milioni di anni fa).


Una grande "gru" del Giurassico [modifica]
Questo dinosauro era molto simile ai coevi e famosissimi giganti dell'America settentrionale come Diplodocus e Brontosaurus (= Apatosaurus), e difatti per molto tempo dopo la sua scoperta è stato confuso con uno di questi erbivori (chiamati diplodocidi), Barosaurus. Recenti studi indicano però che le due forme sono ben distinte per alcuni particolari anatomici. La tornieria, in ogni caso, era un grande dinosauro sauropode dotato di un collo e di una coda eccezionalmente lunghi, che insieme occupavano quattro quinti della lunghezza dell'intero animale, che raggiungeva e forse oltrepassava i 26 metri. La coda a frusta veniva tenuta sollevata dal terreno, e il collo era tenuto più o meno in posizione orizzontale, cosicché la tornieria potesse brucare la bassa vegetazione in un grande spazio senza praticamente muoversi, muovendo il collo intorno come una sorta di gigantesca gru. Questo animale viveva negli stessi luoghi di un altro gigante molto noto, Brachiosaurus brancai (ora Giraffatitan brancai), che probabilmente aveva abitudini alimentari differenti.


L'incubo dei paleontologi [modifica]
La storia tassonomica della tornieria è considerata una specie di "incubo" paleontologico. Nel 1908, il paleontologo Eberhard Fraas identificò i resti di due sauropodi in Tanzania, e li denominò Gigantosaurus robustus e Gigantosaurus africanus. Una terza specie proveniente dal Malawi venne descritta nel 1928 da Haughton come Gigantosaurus dixeyi (ma fu poi assegnata, verso la fine del secolo scorso, a un altro genere di dinosauro sauropode, Malawisaurus). Il nome Gigantosaurus, però, era già stato utilizzato per descrivere un altro sauropode europeo, e così Sternfeld, nel 1911, ridescrisse i sauropodi della Tanzania come Tornieria, con le specie T. robusta e T. africana.

Nel 1961, un nuovo studio su questi sauropodi da parte di Werner Janensch condusse alla conclusione che una specie, T. africana, era una forma africana del genere americano Barosaurus (anche se alcuni paleontologi non furono d'accordo), mentre l'altra specie, T. robusta, risultò essere un sauropode molto diverso, appartenente ai titanosauri. Questi resti, così, vennero descritti in seguito come Janenschia robusta (Wild, 1991). Janensch, inoltre, nel '61 descrisse un'altra specie di Barosaurus proveniente dagli stessi strati della Tanzania e la chiamò B. gracilis. Il nome Tornieria, comunque, non è mai caduto del tutto in disuso e spesso alcuni paleontologi hanno considerato Tornieria e Barosaurus come due forme distinte, pur senza l'aiuto di uno studio serio. Nel 2006, però, Remes ha ristudiato il materiale appartenente a T. africana e ha concluso che questi resti appartengono a un animale simile, ma non identico, a Barosaurus. Anzi, Tornieria rappresenterebbe il sister group del clade Barosaurus + Diplodocus e sarebbe caratterizzato dalle zampe particolarmente robuste.



I Pulp sono un gruppo musicale rock britannico, fondato nel 1978 dall'allora quindicenne Jarvis Cocker. Il nome originale, poi abbreviato, era Arabacus Pulp. Attivi soprattutto negli anni '80 e '90, sono diventati molto popolari nel loro paese; in Italia sono conosciuti principalmente per il singolo Common people, del 1995, e per aver partecipato alla colonna sonora del film Trainspotting. La loro musica è un misto di rock e pop con elementi di disco music; hanno dichiarato di ispirarsi principalmente a David Bowie, Cure, Beatles e Kinks. Dopo il loro ultimo disco We Love Life (2001), il gruppo è entrato in un periodo di inattività da cui pare sia poi approdato a definitivo scioglimento.

Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 (1978-1982) Le origini
1.2 (1983-1991) Mancanza di successo
1.3 (1992-1996) Il successo
1.4 (1997-2001) Il prezzo del successo
1.5 (2002-presente) L'indecisione
2 Formazione
2.1 Attuale
3 Discografia
3.1 Studio
3.2 Compilations
4 Collegamenti esterni



Biografia [modifica]

(1978-1982) Le origini [modifica]
I Pulp iniziarono la loro carriera nella città di Sheffield nel 1978. La formazione originale era composta da Mark Swift, David Lockwood, Peter Dalton e Jarvis Cocker. Alle origini la band si esercitava in casa di Jarvis e il loro primo brano composto fu "Shakespeare Rock". L'uscita dal gruppo di David Lockwood, sostituito poi da Philip Thompson, preannunciò l'inizio di un periodo di continui cambiamenti della formazione originaria. Il primo progetto dei Pulp fu un film, "The Three Spartans", che fu prodotto prima che la band facesse il primo concerto.

Il primo concerto dei Pulp (con Jimmy Sellars al posto di Mark Swift) fu tenuto nel 1980 al Rotherham Arts Centre. Subito dopo i primi concerti due nuovi membri si unirono al gruppo, Jamie Pinchbeck al basso e Wayne Furniss alla batteria. Le prime registrazioni, fatte nel Giugno 1981, furono fatte ascoltare al Dj John Peel che li invitò alla registrazione di alcuni brani con Dale Griffin (batterista dei Mott the Hoople).

Nonostante la diffusione in radio dei loro brani a livello nazionale il successo tardò ad arrivare; nel frattempo molti dei membri originari della band lasciarono il progetto per continuare gli studi all'Università. La formazione così vide l'ingresso di Simon Hinkler (che più tardi si unì al gruppo dei The Mission e produsse gli All About Eve), David Hinkler, Wayne Furniss, Peter Boam, Gary Wilson, e la sorella di Cocker, Saskia. La nuova formazione ottenne abbastanza finanziamenti locali da registrare un mini-album d'esordio intitolato It che uscì alla fine del 1982 e segnò un cambio di direzione del gruppo rispetto alle precedenti registrazioni fatte con Peel.

Ma la popolarità ancora non arrivò, e la delusione di Cocker per le scelte musicali fatte per l'album It lo portò ad iscriversi all'Università di Liverpool e a sperimentare nuovi generi e stili. Poco prima di questa scelta ci fu l'incontro di Cocker con Russell Senior (violino, chitarra, voce) e Magnus Doyle (batteria). I tre iniziarono a sviluppare una nuova direzione per il gruppo, più sperimentale e artistica. Poco dopo si aggiunsero due amici di Magnus, Peter Mansell (basso) e Tim Allcard (tastiere, sassofono, poesie).


(1983-1991) Mancanza di successo [modifica]
Dopo una serie di insuccessi nei concerti, Allcard lasciò il posto alle tastiere alla sorella di Magnus Doyle, Candida. La sera della prima esibizione di Candida con la band, Johnny Waller dell'eticchetta Fire Records offrì un contratto al gruppo che produsse il singolo "Little Girl (With Blue Eyes)" uscito alla fine del 1985 più una serie di altri singoli che sarebbero stati pubblicati più tardi nella compilation Masters of the Universe. Questi brani presentavano delle tonalità molto più dark rispetto al disco It, e si avvicinarono allo stile dei The Fall.

In seguito venne prodotto il secondo album del gruppo, Freaks, registrato nel Giugno 1986 in una sola settimana e con un budget ridotto dovuto alle pressioni dell'eticchetta. L'album però uscì quasi un anno dopo, nel Maggio 1987, senza riscuotere il successo sperato. Il disco è amato e odiato allo stesso tempo dai fans dei Pulp, e viene spesso considerato l'antitesi dell'allegro e ottimistico It.

Fu in questo periodo che Cocker, nel tentativo di conquistare una ragazza, cadde da una finestra. L'incidente lo costrinse alla sedia a rotelle per un periodo, dopo il quale Jarvis andò a studiare regia al St. Martins College di Londra.

Durante le riprese per il video del singolo They Suffocate At Night, la formazione cambiò ancora una volta, vedendo l'uscita dal gruppo di Magnus and Peter. Nel tardo 1987 Nick Banks entrò nel gruppo alla batteria, insieme a Steven Havenhand che fu sostituito subito dopo da Anthony Genn (pare che Steven suonasse troppo piano).

Anthony Genn a sua volta lasciò la band, lasciando il posto a Steve Mackey al basso.

Nel 1988, la Fire Records propose un nuovo album. Nacque così Separations. L'attività del gruppo fu debole fino al 1990 quando si tenne un concerto segreto allo Sheffield Leadmill ed un'altra esibizione ripresa da Granada Television per la trasmissione New Sessions. Nel Marzo 1991 la Fire pubblicò My Legendary Girlfriend che divenne il singolo della settimana della rivista musicale britannica New Musical Express. Questo fu il primo passo della band verso il successo.


(1992-1996) Il successo [modifica]
Delusi dal fatto che Separations non fosse stato ancora pubblicato, i Pulp passarono all'eticchetta Warp Records nel 1992. La pubblicazione successiva dei Pulp fu O.U. (Gone, Gone) con eticchetta Gift, che fu inoltre accompagnato dal primo tour della band in assoluto. Successivamente la Fire Records pubblicò Separations.

I tre singoli pubblicati dalla Gift furono successivamente raccolti nell'album Intro che fu pubblicato quando il gruppo firmò un contratto con l'eticchetta Island Records.

La Island Records quindi pubblicò i singoli Do You Remember the First Time?(affiancato da un filmato di 25 minuti prodotto da Jarvis e Steve) e Lipgloss, che ottennero un modesto successo nelle classifiche britanniche. In seguito venne pubblicatò l'album His 'n' Hers che riscosse un grande successo arrivando fino al nono posto della classifica inglese, e ottenendo una nomination al Mercury Music Prize.

L'improvviso successo fu certamente aiutato dal crescente interesse dei media per la nuova onda di Britpop, che vide protagonisti tra gli altri i Suede, gli Oasis e i Blur. Con questi ultimi i Pulp tennero un tour in America nel 1994, alcuni concerti all'Aston Villa Leisure Centre ed al London's Alexandra Palace.

Il 1995 vide il culmine della fama dei Pulp, grazie all'uscita del loro singolo più famoso Common People, che raggiunse velocemente il secondo posto della classifica inglese, e anche grazie ad un'apparizione sul palco al fianco degli Stone Roses al Glastonbury Festival. Fu in questo periodo che al gruppo si aggiunse il presidente del loro funclub Mark Webber (alla chitarra e alle tastiere).

Il gruppo partì quindi per un tour di 19 date nel Regno Unito e che li portò anche in Europa, in Spagna, Germania, Francia, Belgio e Olanda, seguiti da alcune date in Giappone e nella Scandinavia.

Nel culmine della carriera la band pubblicò l'album Different Class che ottenne ampi consensi sia dal pubblico che dalla critica, arrivando al primo posto delle classifiche diventando disco d’oro entro la prima settimana e platino entro la seconda. Alla fine dell’anno l’album è tra i Best of the Year.

La fama del gruppo visse un'impennata invadendo i tabloid mondiali nel 1996 grazie all'invasione del palco per protesta da parte di Jarvis Cocker e Peter Mansell, durante l'esibizione di Michael Jackson ai Brit Awards. Jarvis saltò sul palco e mostrò il proprio posteriore alla platea, venne arrestato, passò una notte in cella ma venne rilasciato subito. L'evento scatenò una forte polemica su Jarvis sia nel Regno Unito che altrove, e le vendite del gruppo si innalzarono improvvisamente. Cocker divenne l'idolo di una folla entusiasta del suo gesto. Il Daily Mirror istituì addirittura la campagna Justice For Jarvis a favore dell'azione del cantante, regalando al pubblico, in occasione del concerto della band alla Sheffield Arena del 29 febbraio, delle T-shirt con il logo del cantante stampato sopra. L'edizione del 2 marzo del 1996 della rivista Melody Maker propose l'incoronazione di Cocker.





(1997-2001) Il prezzo del successo [modifica]
Dopo un periodo di intensa attività, partecipazioni a festival, concerti e apparizioni in tv, i membri del gruppo decidono di prendersi un periodo di pausa, per staccarsi dalle pressioni di stampa, tabloid, pubblico e pare anche dalla droga. Il primo a ritirarsi fu Russel Senior.

La decadenza di questo periodo trova riscontro nell'album successivo pubblicato dal gruppo This Is Hardcore, album molto cupo rispetto ai precedenti e che mette in evidenza le delusioni della band del tipo di vita che stavano conducendo. I Pulp collaborarono anche alla colonna sonora del film Paradiso Perduto con il pezzo Like A Friend.

I Pulp quindi passarono qualche anno fuori dalle scene, finché nel 2001 non pubblicarono un nuovo album, We Love Life, che rappresentava una nuova fase nella vita di Cocker e dei Pulp.


(2002-presente) L'indecisione [modifica]
Dal 2002 non si ebbero più notizie del gruppo. Cocker iniziò la carriera solista partecipando a vari progetti tra cui la partecipazione alla colonna sonora e ad alcune scene del film Harry Potter e il Calice di Fuoco, insieme ad alcuni membri dei Radiohead.

Nel Settembre del 2006 la band ristampò tre dei suoi album (His 'n' Hers, Different Class, e This Is Hardcore), aggiungendo ad ognuno un bonus disc di tracce inedite e demo. Nel mese di Ottobre del 2006 è stato rilasciato un cofanetto da 2 cd contenente le registrazioni dei Pulp fatte da John Peel dal 1982 al 2001.

Nel 2002 durante un concerto Cocker annuncia It's all over (è tutto finito) lasciando intendere che la band si sia sciolta, anche se a tutt'oggi non è stata rilasciata ancora alcuna comunicazione ufficiale da parte del gruppo.


Un gioco strategico a turni è un gioco di strategia in cui lo scorrere degli eventi è diviso in parti ben visibili e definite, chiamate turni o giri.

Il turno divide il flusso di gioco in unità ben precise, e in ogni turno ogni giocatore può effettuare un certo valore (non numero) di mosse. Per esempio, quando il tempo è l'unità del flusso di gioco, i turni rappresentano una quantizzazione del tempo, come anni, mesi, settimane o giorni, e ogni giocatore può gestire una o più entità. Ad un giocatore di un gioco a turni è permesso un periodo di analisi prima di intraprendere un'azione di gioco, stabilendo quindi una separazione tra lo scorrere del gioco e l'elaborazione mentale, che conduce, presumibilmente, alle migliori soluzioni. Una volta che ogni giocatore ha terminato il suo turno, quel giro di gioco è finito, e ogni processo speciale condiviso è eseguito (ad esempio la generazione di eventi casuali). A questo punto si prosegue dal giro di gioco successivo.

La maggior parte dei giochi da tavolo sono a turni, altrimenti la giocabilità tenderebbe ad andare fuori controllo; tuttavia, quando un particolare giocatore può intervenire nel gioco durante il proprio turno, non è raro considerare il tempo impiegato dal giocatore per fare le sue mosse al fine di migliorare l'equità del gioco. Negli Scacchi, ad esempio, un paio di orologi controllabili possono essere usati per tener traccia del tempo impiegato dai giocatori per le loro mosse.

Anche molti solitari strategici sono a loro volta a turni.


Generi [modifica]
I giochi di strategia a turni si dividono in due tipologie, in base a come i giocatori conducono i turni, simultaneamente o in sequenza. I primi sono gli strategici a turni simultanei, dei quali Diplomacy è un esempio degno di nota. Gli altri formano la categoria degli strategici a turni alterni, che sono a loro volta suddivisi in:

ordinati,
inizio a turni alterni,
casuali.
La differenza consiste nell'ordine in cui i giocatori svolgono un turno. Nel primo caso il primo giocatore è sempre il medesimo, nel secondo caso la selezione del primo giocatore è legata ad alcuni fattori competitivi, nel terzo caso il primo giocatore è scelto casualmente.


Esempi [modifica]
Risiko
Monopoli
Poker
Scacchi
Go
Othello
Diplomacy
Oshi
Sei risposte:
2008-03-26 06:12:24 UTC
spesso mi chiedo il xké!!!
paskal71
2008-03-26 13:06:37 UTC
bravo
?
2008-03-26 13:03:56 UTC
La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona.



Il termine, coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908, deriva dal greco σχίζω (schizo, scissione) e φρενός (phrenos, cervello), 'mente divisa'. Il termine proposto da Bleuler sostituì quello ottocentesco di Dementia Praecox, proposto da Emil Kraepelin.



È da tenere presente che schizofrenia è un termine piuttosto generico che indica non una entità nosografica unitaria, ma una classe di disturbi, tutti caratterizzati da una certa gravità e dalla compromissione del cosiddetto "esame di realtà" da parte del soggetto. A questa classe appartengono quadri sintomatici e tipi di personalità anche molto diversi fra loro, estremamente variabili per gravità e decorso.



Nella maggioranza dei casi di schizofrenia vi è qualche forma di apparente disorganizzazione o incoerenza del pensiero. Vi sono però certe forme dove questo sintomo non compare, e compaiono invece rigide costruzioni paranoidi

Panoramica generale [modifica]

La schizofrenia si caratterizza, secondo la tradizione medica, per due tipi di sintomi:



sintomi positivi: sono comportamenti o esperienze del soggetto "in più" rispetto all'esperienza e al comportamento dell'individuo normale. Si possono perlopiù includere sotto il termine più generale di psicosi. Questi sintomi possono essere: le idee fisse, i deliri, le allucinazioni e il disordine del pensiero (per la diagnosi non occorre che si manifestino tutti questi sintomi, a seconda dei casi è sufficiente che ve ne siano uno o due).

sintomi negativi: sono chiamati così quelli che sono diminuzione, declino o scomparsa di alcune capacità o esperienze normali del soggetto. Possono includere inadeguatezza nel comportamento della persona, distacco emotivo o assenza di emozioni, povertà di linguaggio e di funzioni comunicative, incapacità di concentrazione, mancanza di piacere (anedonia) e mancanza di motivazione.



Alcuni modelli descrittivi nella schizofrenia includono un terzo tipo di sintomi (schizofrenia di terzo tipo detta sindrome disorganizzata) dove compaiono soprattutto disordine del pensiero e problemi di pianificazione. I sintomi possono prendere la forma di deficit neurocognitivi: si tratta dell'indebolimento di alcune funzioni di base quali la memoria, l'attenzione, la risoluzione di problemi, la funzione esecutiva e la cognizione sociale.



La schizofrenia colpisce più frequentemente soggetti nella tarda adolescenza e nella prima fase dell'età adulta. I sintomi si manifestano generalmente prima negli uomini che nelle donne.



Fu lo psichiatra Emil Kraepelin il primo a descrivere questa sindrome nel 1883, definendola dementia praecox (demenza precoce) e distinguendola da altre malattie mentali. Più tardi venne appunto rinominata schizofrenia da Eugen Bleuler. La scelta del termine non è solo nominale, ma fa riferimento alla sua definizione teorico-clinica del disturbo come di una dissociazione, o mancanza di interazione tra il pensiero e la percezione della realtà da parte del soggetto. Bleuler, con le sue prime ricerche del 1908 ed in seguito con la classica sistematizzazione del 1911 (Dementia Praecox oder Gruppe der Schizophrenien), codificò anche la differenza tra sintomi positivi e negativi.



Nel suo Trattato di psichiatria Kraepelin aveva individuato tre forme possibili di schizofrenia:



schizofrenia ebefrenica, in cui prevale la dissociazione del pensiero

schizofrenia paranoica, dove prevalgono idee fisse, allucinazioni e deliri

schizofrenia catatonica, in cui prevalgono i "disturbi della volontà" o disorganizzazione comportamentale.

L'approccio diagnostico e trattamentale alla schizofrenia è stato oggetto di forti dibattiti nella storia della Medicina. In particolare il movimento anti-psichiatrico sostenne che proprio la classificazione di pensieri e comportamenti specifici come "malattia" è ciò che permette il controllo sociale di persone considerate indesiderabili o scomode da parte della società, persone che tuttavia non hanno commesso alcun "crimine". In realtà, soprattutto in merito alle psicosi schizofreniche, la posizione antipsichiatrica classica (sorta nel periodo della contestazione degli anni '60-'70) sembra mostrare oggi alcuni limiti esplicativi, basati su assunti anche ideologici, che non riescono a rendere conto di tutti i dati clinici oggettivi.



Tuttavia, allo stato delle conoscenze scientifiche, molti aspetti della malattia restano ancora oscuri; la schizofrenia è uno dei 'buchi neri' della medicina; rappresenta una continua sfida per il curante, costretto 'comunque'a fare delle scelte, cioè delle precise assunzioni di responsabilità, senza essere sostenuto da informazioni certe sulle cause, sulla diagnosi, sulla terapia e sul decorso. Per es., se vengono prescritti neurolettici, ciò comporta una serie di implicazioni che spingono verso una direzione; se viene avviata una psicoterapia, ci sono tutta una serie di implicazioni logico pragmatiche che spingono in un'altra, ma nessuna delle due posizioni è sostenuta da criteri oggettivi tranne che non si voglia considerare tra questi il criterio 'ex adiuvantibus' (dai giovamenti). Tutte le analisi sulla malattia non sono altro che le analisi correlate, ma non distinte, del comportamento abnorme e delle reazioni di chi sta vicino a quel comportamento sia che si tratti dei familiari, degli amici o di una equipe curante. Tutta la storia della schizofrenia è una storia di azioni e reazioni: sintomi, segni e rifiuti, ospedali psichiatrici e case di cura, azioni 'inconsulte' (a volte semplicemente incomprensibili), interventi dell' 'ordine pubblico' e psichiatri. Lo stesso Kraepelin, che pure ebbe la grande intuizione di unificare quadri clinici apparentemente diversi, li studiò negli ospedali psichiatrici dell'epoca, con l'immaginabile attendibilità, specie sotto il profilo del decorso e dell'esito.

Diagnosi (criteri DSM IV-TR) [modifica]

Per la diagnosi di schizofrenia conta sia la natura sia la durata dei sintomi (sintomi che differiscono per durata caratterizzano ad esempio il Disturbo schizofreniforme).



La forma abbreviata dei criteri diagnostici DSM-IV-TR: La diagnosi di schizofrenia richiede il soddisfacimento del seguente criterio:



A) (Sintomi caratteristici) La presenza persistente di due o più dei sintomi che seguono, per un periodo significativo che si considera di almeno un mese (si osserva che la durata può essere inferiore se il sintomo recede a seguito di trattamento):



deliri

allucinazioni

disorganizzazione del discorso verbale (es: perdere il filo, incoerenza, divagazione e espressione troppo astratta)

grave disorganizzazione del comportamento (es. nel vestiario, nel abitudini diurne, disturbi sonno, disforia, piangere o ridere frequentemente e inappropriatamente), oppure stato gravemente catatonico

presenza di sintomi negativi, cioè che trasmettono un forte senso di disinteresse, lontananza o assenza del soggetto: appiattimento affettivo (mancanza o forte diminuzione di risposte emozionali), alogia (assenza di discorso), avolizione (mancanza di motivazione), disturbi dell'attenzione e delle capacità intellettive, assenza di contatto visivo

Nota: Il soddisfacimento del criterio A è l'unico richiesto (cioè per la diagnosi non si richiede il soddisfacimento dei punti B e C) solo nel caso che le idee fisse siano bizzarre e irrealistiche, oppure nel caso che le allucinazioni consistano nell'udire due o più voci identificabili come irreali che parlano fra loro, oppure una voce che "commenta" in diretta le azioni e percezioni del paziente.



B) Deficit o disfunzione sociale e/o occupazionale: Per un periodo di tempo significativo uno o più degli ambiti principali della vita del soggetto sono gravemente compromessi rispetto a prima della comparsa del disturbo (lavoro, relazioni interpersonali, cura del proprio corpo, alimentazione ecc.)



C) Durata: persistenza dei sintomi "B" per almeno sei mesi, che includano almeno un mese di persistenza dei sintomi "A".



Esistono ulteriori criteri (D, E ed F) che servono per diagnosi differenziali o per escludere la schizofrenia nel caso in cui sia stato diagnosticato un disturbo dell'umore grave (come la depressione maggiore); oppure in caso di grave disturbo dell'età evolutiva, o disturbi neurologici dovuti a condizioni mediche generali, o che i sintomi siano effetto dell'uso di sostanze come droghe o farmaci.





Sottotipi [modifica]

La classificazione più tradizionale considera quattro forme principali di schizofrenia: la schizofrenia catatonica; la schizofrenia ebefrenica; la schizofrenia paranoide, e la schizofrenia semplice. Il criterio DSM classifica ad oggi cinque forme, indicate di seguito. È indicata a fianco la classificazione alfanumerica corrispondente nelle tabelle ICD 9 (a sinistra) e ICD 10 (a destra) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il criterio ICD 10 identifica invece 7 forme.



(295.2/F20.2) tipo catatonico: dove sono evidenti macroscopici disturbi psicomotori, come ad esempio lo stupore catatonico, rigidità o flessibilità anomale del tono muscolare

(295.1/F20.1) tipo disorganizzato (o ebefrenico): l'appiattimento affettivo (chiusura in sè, disinteresse ecc.) è presente insieme alla disorganizzazione del pensiero, eventuali disordini del comportamento

(295.3/F20.0) tipo paranoide: i sintomi principali sono idee fisse (deliri) che includono allucinazioni, ma possono
Mario D.
2008-03-26 13:08:05 UTC
Esatto, ma...

In ottica la dispersione è un fenomeno che causa la separazione di un'onda in componenti spettrali con diverse lunghezze d'onda, a causa della dipendenza della velocità dell'onda dalla lunghezza d'onda. È spesso descritta in onde luminose, ma può avvenire in ogni tipo di onda che interagisce con un mezzo o che può essere confinata in una guida d'onda, come le onde sonore. La dispersione è anche chiamata dispersione cromatica per enfatizzare la sua dipendenza dalla lunghezza d'onda.



Esistono in generale due sorgenti di dispersione: la dispersione di materiale, che deriva dal fatto che la risposta del materiale alle onde dipende dalla frequenza e la dispersione di guida d'onda, che avviene quando la velocità dell'onda nella guida dipende dalla sua frequenza. I modi trasversi delle onde confinate in una guida d'onda finita in generale hanno velocità (e forme di campo) diverse, che dipendono dalla frequenza (ossia dalla dimensione relativa dell'onda, la lunghezza d'onda, rispetto alle dimensioni della guida).



La dispersione in guide d'onda utilizzate per le telecomunicazioni comporta la degradazione del segnale, poiché il diverso ritardo con cui le differenti componenti spettrali giungono al ricevitore, "sporca" il segnale nel tempo. Un fenomeno simile è la dispersione modale, causata dalla presenza di più modi in un guida ad una data frequenza, ognuno dei quali presenta una velocità diversa. Un caso speciale è la dispersione dei modi di polarizzazione o PMD (polarization mode dispersion) che deriva dalla composizione di due modi separati in polarizzazione che viaggiano a velocità diverse a causa di imperfezioni randomiche che spezzano la simmetria della guida.



La dispersione della luce nel vetro di un prisma è usata per costruire spettrometri e spettroradiometri. Sono utilizzati anche reticoli olografici, poiché consentono una discriminazione più accurata delle lunghezze d'onda. La dispersione nelle lenti produce l'aberrazione cromatica, un effetto indesiderato che può distorcere la immagini in microscopi, telescopi ed obbiettivi fotografici.

Indice

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* 1 Dispersione di materiale in ottica

* 2 Velocità di gruppo e di fase

* 3 Dispersione nelle immagini

* 4 Voci correlate

* 5 Collegamenti esterni



Dispersione di materiale in ottica [modifica]



In ottica la velocità di fase di un'onda v in un dato mezzo uniforme è data da



v = \frac{c}{n}



dove c è la velocità della luce nel vuoto ed n l'indice di rifrazione del mezzo.



In generale l'indice di rifrazione è una funzione della frequenza f della luce, quindi n = n(f) o, alternativamente, rispetto alla lunghezza d'onda n = n(λ). La dipendenza dalla lunghezza d'onda dell'indice di rifrazione di un materiale è solitamente quantificato mediante formule empiriche, l'equazione di Cauchy e l'equazione di Sellmeier.



La conseguenza più comunemente osservabile della dispersione in ottica è la separazione di luce bianca in uno spettro di colori per mezzo di un prisma triangolare. Dalla legge di Snell si può vedere che l'angolo di rifrazione della luce in un prisma dipende dall'indice di rifrazione del materiale di cui è composto il prisma. Dato che l'indice di rifrazione varia in dipendenza dalla lunghezza d'onda, ne segue che anche l'angolo con cui la luce viene rifratta varia con la lunghezza d'onda, causando una separazione angolare dei colori nota anche come dispersione angolare.



Per la luce visibile, la maggior parte dei materiali trasparenti ha:



1 < n(\lambda_{\rm rosso}) < n(\lambda_{\rm giallo}) < n(\lambda_{\rm blu})\ ,



o alternativamente



\frac{{\rm d}n}{{\rm d}\lambda} < 0,



cioè l'indice di rifrazione n decresce all'aumentare della lunghezza d'onda λ. In questo caso il mezzo si dice avere dispersione normale. Al contrario se l'indice cresce al crescere della lunghezza d'onda, il mezzo ha dispersione anomala.



All'interfaccia di un tale materiale con l'aria o con il vuoto (il cui indice è ~1), la legge di Snell prevede che la luce incidente con un angolo θ rispetto alla normale, venga rifratto con un angolo arcsin( sin (θ) / n). Quindi la luce blu, con un indice di rifrazione più alto, verrà inclinata maggiormente rispetto alla luce rossa, creando il ben noto arcobaleno.



Velocità di gruppo e di fase [modifica]



Un'altra conseguenza della dispersione si manifesta come effetto temporale. La formula v = c / n calcola la velocità di fase di un'onda; questa è la velocità con cui si propaga la fase di ogni componente frequenziale. Questa non è la stessa della velocità di gruppo dell'onda, cioè la velocità con cui le variazioni in ampiezza (note come inviluppo) si propagano. La velocità di gruppo in un mezzo omogeneo è legata alla velocità di fase dalla relazione (qui λ è la lunghezza d'onda nel vuoto e non nel mezzo):



v_g = c \left[ n - \lambda \frac{dn}{d\lambda} \right]^{-1}.



La velocità di gruppo vg è spesso interpretata come la velocità con cui vengono convogliate l'energia o l'informazione lungo l'onda. Nella maggior parte dei casi questo è vero e la velocità di gruppo può essere pensata come la velocità di segnale della forma d'onda. In alcune insolite circostanza, in cui la lunghezza d'onda della luce è vicina alla risonanza di assorbimento del mezzo, è possibile che la velocità di gruppo superi la velocità della luce vg > c), portando alla conclusioneche siano possibili comunicazioni superluminali (più veloci della luce). In pratica, in queste situazioni, la distorsione e l'assorbimento dell'onda è tale che il valore della velocità di gruppo è essenzialmente insignificante e non rappresenta la vera velocità di segnale dell'onda, che rimane inferiore a c.



La velocità di gruppo è a sua volta una funzione della frequenza dell'onda. Questo comporta la dispersione di velocità di gruppo (GVD) che comporta l'allargamento di un breve segnale a causa del fatto che le diverse componenti spettrali viaggiano a velocità diversa. La GVD è spesso quantificata con il parametro D



D = - \frac{\lambda}{c} \left( \frac{d^2 n}{d \lambda^2} \right) .



Se D è minore di zero, si dice che il mezzo ha dispersione positiva. Se D è maggiore di zero, il mezzo ha dispersione negativa. Se un impulso di luce si propaga lungo un mezzo a dispersione normale, il risultato è che le componenti a frequenze maggiori viaggiano più lente delle componenti a frequenze inferiori. L'impulso diventa quindi chirpato positivamente, ossia la frequenza cresce con il tempo. Al contrario, se un impulso di luce si propaga lungo un mezzo a dispersione anomala, le componenti a frequenze maggiori viaggiano più veloci delle componenti a frequenze inferiori e l'impulso diventa chirpato negativamente, ossia la frequenza decresce nel tempo.



Il risultato dell GVD, sia positiva che negativa, è in definitiva l'allargamento dell'impulso. Questo rende la gestione della dispersione estremamente importante in sistemi di comunicazione ottici basati sulla fibra ottica., dal momento che, se la dispersione è troppo alta, impulsi successivi che rappresentano uno stream di bit si allargano nel tempo e si sovrappongono nel tempo, rendendo impossibile ricostruire lo stream. Questo limita la lunghezza della fibra lungo cui un segnale può essere inviato senza rigenerazione. Una possibile risposta a questo problema è inviare segnali ad una lunghezza d'onda in cui la GVD è nulla (ad esempio intorno ai ~1.3-1.5 μm nelle fibre standard), in modo che gli impulsi a tale lunghezza d'onda soffrano di allargamenti minimi causati dalla dispersione; nella pratica tuttavia, questo approccio causa più problemi di quanti ne risolva, poiché una dispersione nulla causa un'amplificazione inaccettabile degli altri effetti nonlineari (come il Four Wave Mixing). Un'altra opzione possibile è quella di usare impulsi solitonici in regime di dispersione anomala , ossia una forma di impulso ottico che sfrutta gli effetti nonlineari per mantenere la sua forma inalterata; i solitoni, tuttavia, presentano un limite pratico legato al fatto che la loro potenza deve essere mantenuta oltre un certo livello affinché l'impatto dei fenomeni nonlineari sia sempre sufficiente a contrastare la GVD. La soluzione correntemente usata è invece quella dieffettuare la compensazione della dispersione, tipicamente utilizzando un tratto di fibra che presenti la dispersione esattamente inversa a quella di trasmissione, in modo che l'effetto dispersivo risulti cancellato; tale compensazione è limitata dagli effetti nonlineari come il self phase modulation, che interagiscono con la dispersione e ne rendono molto difficile la compensazione.



Il controllo della dispersione è importante anche nei laser che producono impulsi ultra-corti. La dispersione totale del risonatore ottico è un fattore decisivo nel determinare la durata dell'impulso emesso dal laser. Una coppia di prismi ottici possono essereposizionati in modo da produrre una dispersione netta negativa, che può essere usata per compensare la dispersione del mezzo laser, solitamente positiva. Per produrre effetti di dispersione possono essere impiegati anche reticoli di diffrazione; di solito tali dispositivi sono utilizzati in amplificatori laser ad alta potenza. Recentemente è stat sviluppata un'alternativa a prismi e reticoli: gli specchi chirpati. Questi specchi sono coperti da un dielettrico, in modo che le diverse lunghezze d'onda abbiano diverse lunghezze di penetrazione e di conseguenza differenti ritardi di gruppo. Gli strati di copertura possono esse
anonymous
2008-03-26 13:04:57 UTC
Domenico Tempio, detto Micio, catanese



Lu cazzu grossu

Non negu ca li fimmini

amanu cazzu grossu

e longu e latu e turgidu

e duru comu un ossu.

Ma chissa tua è culovria

è sigghiu di tilaru

è cosa di spittaculu,

Tirsi, nun cc''è riparu.

La testa de ssa pifera,

sula, senza lu restu,

nun sulamenti sazia,

ma ancora fa indigestu.

Voi di ssu cazzu barbaru

ca sia nna cosa magna

prova chiù indubitabili?

Nna donna si nni lagna!

Quannu trasiu ntra l''uteri

ssa furma d''allargari,

mi fici, ahimè, contorciri,

mi vinni di cacari.

M''arriminau li visceri,

ntisi squarciati a brani

l''ovara, la clitoridi,

li tubi falloppiani.

Ccu ssa gran torcia in gremiu

mi parsi ch''era prena;

li dogghi già mi vinniru

e mi mancau la lena.

Mi ricercau ogni latebra,

mi fici certa ghiotta

ch''iu già esalava l''anima,

muria sutta la botta.

Ad ogni corpu validu

chi dava all''intestini

ssa catapulta orribili,

s''aprevanu li rini.

Si sburdi ogni veiculu,

l''uretra si sbisazza,

sgurgari ''ulia a profluviu,

nè potti, la pisciazza.

Ma, Tirsi, a chi po'' serviri

ssu gran minchiuni to?

È certu ca pri futtiri

giuvari non ti po''.

O di carrozza mettilu,

ch''è giustu, pri timuni,

o, megghiu fa, appuntiddalu

pri stanga di purtuni.

Alletta, è veru, un''anima

nna ******* di li vaschi,

ma no nna spranga elettrica

ca nesci di li naschi.

Sia grossu, sia majusculu

un cazzu a tutti piaci,

ognuna lu desidera,

fa sputazzedda e taci.

Ognuna si
anonymous
2008-03-26 13:01:27 UTC
sì, ma...

Elisabetta Tudor è considerata da molti la più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Quando divenne regina, nel 1558, aveva 25 anni: ereditò un Paese in bancarotta, spaccato da furiose discordie religiose e minacciato da Francia e Spagna. Ma con lei, che regnò quarantacinque anni, il Paese divenne una grande potenza mondiale.



Elizabeth nacque il 7 Settembre 1533 presso il Greenwich Palace. Era figlia di Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena. Per sposare Anna, il re si era distaccato dalla Chiesa di Roma, che non voleva concedergli il divorzio dalla prima moglie, Caterina d’Aragona (con la quale aveva avuto una figlia, Mary, che alla nascita di Elisabetta aveva 17 anni). Con questo nuovo matrimonio, il re si aspettava la nascita di un erede maschio. Ed invece arrivò Elisabetta, che i sudditi considerarono una figlia illegittima del re, in quanto la madre Anna era niente più che la sua concubina.(Per sposare Anna il re aveva fatto imprigionare Caterina d’Aragona). Gli inglesi dunque non accettavano la nuova famiglia reale e, fra loro, ancor più scettici erano coloro che erano rimasti fedeli alla chiesa di Roma, fra i quali Sir Thomas More e l’Arcivescovo John Fisher, che pagarono con la vita il loro dissenso.



Il re non aveva smesso di desiderare un erede maschio, ma al secondo aborto di Anna Bolena, si rese conto che ormai le speranze di realizzare il suo sogno, con quella donna, erano quasi nulle. Il secondo aborto, peraltro, coincise con la morte della prima moglie, Caterina. Il re era ormai ufficialmente vedovo e dunque anche i critici cattolici non si opponevano alle sue nuove nozze. Anna Bolena a questo punto non serviva più allo scopo di mettere al mondo un figlio maschio: occorreva dunque sbarazzarsi di lei e sostituirla con un’altra donna. La prescelta fu una dama che si occupava già dell’educazione delle sue figlie, Mary e Elizabeth: Jane Seymour. La Seymour divenne regina dopo che la Bolena fu imprigionata e giustiziata. Esattamente dodici giorni dopo l'uccisione di Anna, il re si sposò con Jane.. E con lei finalmente arrivò il tanto desiderato maschio: il principe Edward (1537).



Elisabetta intanto continuava ad essere considerata la figlia illegittima del re e qualcuno nutriva perfino dei dubbi sulla sua effettiva discendenza reale: crescendo però il dubbio svanì, dal momento che questa seconda figlia assomigliava al padre perfino molto più della prima figlia, Mary, che era l'erede legittima. Jane Seymour morì poco dopo aver dato alla luce suo figlio. Il re si sposò allora con Anna di Cleves , dalla quale velocemente divorziò, per sposare Catherine Howard, cugina di Anna Bolena, di trenta anni più giovane del re. Dopo pochi mesi la nuova regina tornò ad una sua vecchia fiamma e per questo fu uccisa e sepolta, vicino alla cugina, nella Torre di Londra. Ma fu l’ultima moglie di Enrico VIII, Caterina Parr, ad avere molta influenza sull’educazione di Elisabetta. La futura regina a dieci anni poté avere i migliori insegnanti umanisti di Cambridge, conoscere i classici latini e greci, la musica e sei lingue straniere. Alla morte di Enrico VIII, Elisabetta restò dunque con la matrigna Caterina Parr, la quale a sua volta si risposò con l’Ammiraglio Seymour, il quale accettò la piccola principessa come una figlia, riservandole però attenzioni fin troppo affettuose e chiacchierate (che Elisabetta sempre smentì).



Tra le due principesse reali non correva molto buon sangue:Mary era figlia di Caterina d'Aragona, una regina molto cattolica ed in questo ambiente aveva ricevuto la sua educazione, Elisabetta, figlia della donna per la quale il re aveva fondato una nuova religione, staccandosi da Roma, era ovviamente protestante.

Gli inglesi, qualora fosse morto Edward, senza lasciare eredi, non desideravano una regina cattolica, come sarebbe stata Mary, ma temevano lo stesso fatto che a sedere sul trono potesse essere una donna, dal momento che questa avrebbe potuto sposarsi con un principe straniero, portando in dote l’Inghilterra. Gli intrighi reali individuarono allora un’altra donna della famiglia reale, che poteva essere più adatta a succedere al trono, perché già sposata con un inglese: questa era Lady Jane Grey, cugina delle principesse reali.



Il 6 Luglio 1553 Edward, dopo una breve malattia, morì e l’intrigante Dudley, suocero di Jane Grey, riuscì a fare nominare sua nuora regina d'Inghilterra, contro la stessa volontà dell’interessata. Mary però, l'erede legittima, riuscì a far valere il suo diritto alla successione e Jane Grey fu uccisa. La vera erede dei Tudor si impossessò così della corona inglese, all’età di 37 anni. Per la sua incoronazione, Mary volle con sé la sorellastra Elisabetta, che sfilò accanto a lei per le vie di Londra, mano nella mano. In realtà le due sorelle non si vedevano da cinque anni e si odiavano: per i contrasti religiosi, ma ancor più perché Mary vedeva in Elizabeth la figlia della donna che aveva causato le sofferenze della madre Caterina.

Mary fisicamente somigliava alla madre, era esile e invecchiata prima del tempo, mentre Elisabetta aveva diciannove anni, era alta, rossa di capelli, molto somigliante a suo padre. Avevano anche due stili di abbigliamento diversi: Mary usava abiti sontuosi, belletti e gioielli, Elisabetta vestiva sempre con abiti molto sobri e non usava gioielli Mary aveva però una ragione 'di stato' per cercare di avvicinare a sé sua sorella: infatti, dal momento che aveva già 37 anni, sarebbe stato improbabile per lei avere figli, e dunque Elizabeth poteva essere la sua possibile erede.



Mary decise di sposare Filippo II di Spagna, figlio ed erede di Carlo V, con il desiderio di riportare indietro l’orologio di venti anni, perseguitando i protestanti (per questo fu chiamata Mary the Bloody, Maria la sanguinaria), fino a cancellare la riforma fatta dal padre. Vi fu una ribellione, capeggiata da Wyatt, che voleva Elisabetta sul trono, a posto della sorella. La ribellione fallì, Wyatt fu giustiziato ed Elisabetta imprigionata nella Torre di Londra, sebbene lei non perdesse occasione di scrivere alla sorella e di rassicurarla sul fatto che non era a conoscenza di questa combutta, era fedele a sua altezza e le augurava lunga vita.



A salvare la vita di Elisabetta fu, ironia della sorte, il principe Filippo, promesso sposo della sua rivale. Non per sensibilità e senso di giustizia, ma semplicemente perché temeva per la sua vita: sapeva infatti che gli inglesi ormai avevano abbracciato la religione protestante, che molte fazioni vedevano in Elisabetta una possibile erede al trono, la cui morte avrebbe potuto provocare una ribellione e mettere in pericolo la sua vita. Nel suo piano dunque, era meglio liberare Elisabetta, farla sposare con qualcuno dei suoi parenti Asburgo e assicurare così l’Inghilterra al casato. Elisabetta per lungo tempo non fu sicura della sua sorte: non era prigioniera, ma non era neanche completamente libera e sapeva che molti desideravano la sua morte. Mary si sposò dunque con Filippo, di dieci anni più giovane, ma già con un erede maschio avuto dalla prima moglie, morta di parto.



Mary restò incinta: c’era il pericolo che morisse di parto e dunque che Elisabetta fosse nuovamente considerata come l’erede naturale, al posto dell’eventuale figlio di Mary, cui Filippo avrebbe fatto da reggente. Elisabetta fu dunque finalmente invitata a Palazzo di Hampton Court. Lì le due sorelle si riconciliarono ancora una volta. In realtà Mary non era incinta. Forse lo aveva creduto a seguito delle sue preghiere, della mancanza del ciclo mestruale, di un gonfiore alla pancia causato da un tumore o da una grossa cisti ovarica.



A questo punto Filippo capì che non aveva alcun senso per lui rimanere in Inghilterra e lasciò la moglie, chiedendole di trattare bene sua sorella. Quando Mary morì, dopo tre anni, Elisabetta salì finalmente al trono (17 Novembre 1558). Iniziò così il suo regno che durerà quarantacinque anni. Elisabetta (che si faceva chiamare anche Gloriana) fu una regina dura e spregiudicata. Poiché interveniva a favore dei protestanti ed aveva firmato l'Atto di Supremazia per restaurare l'indipendenza della chiesa anglicana da Roma, il 25 febbraio 1570, fu scomunicata e deposta da papa Pio V. Questo atto rinverdì le speranze dei cattolici inglesi e scozzesi, che pensavano a Mary Stuart, regina di Scozia, come erede al trono (la quale però l'8 febbraio 1587, fu accusata di complotto e decapitata).



Elisabetta non volle mai sposarsi e per questo fu chiamata ‘la regina vergine’. In realtà amava segretamente Sir Dudley, suo favorito, il quale era anche sposato e, poco dopo l’inizio della loro relazione, si macchiò probabilmente di uxoricidio. Sposarlo dunque avrebbe rappresentato uno scandalo, o forse vi furono anche ragioni politiche per questa scelta… Elizabeth, ufficialmente, era una regina ‘single’, ma non si fece mancare altre storie. Ad esempio con Robert Devereux, suo amico d’infanzia, che lei stessa fece uccidere e della qual cosa forse si pentì. Nel periodo ‘elisabettiano’ l’Inghilterra assurse a livello di grande potenza. Nel 1584 gli inglesi si insediarono sulle coste della Virginia, così chiamata in onore di Elisabetta, regina Vergine. La guerra fra inglesi e spagnoli fu dichiarata nel 1587, anche a causa del sostegno inglese alle Province Unite di Olanda, sollevatesi contro la dominazione spagnola. Vinse l’Inghilterra, dopo la famosa vittoria sulla flotta spagnola, la Invincibile Armada. Questo è anche il periodo della pirateria inglese, di Sir Francis Drake: non importava da dove e come gli inglesi conquistassero ricchezze, tutto era consentito. Quanto alla religione invece, Elisabetta si mostrò molto tollerante e ambigua: la Chiesa ufficiale era quella di Inghilterra, di cui lei era capo supremo, ma ognun


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